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    Amministrazione
    23 Febbraio 2021
    Il Sindaco ha proceduto con una decisione priva di senso, conferendo solo 3 milioni per coprire il rosso del 2019, disattendendo l'indirizzo del Consiglio Comunale
    Csp, Tedesco ripiana a metà e resta in mezzo al guado
    Piano di ristrutturazione da rivedere subito. La società continua a perdere e resta con il patrimonio negativo: già a Pasqua sarà necessario un nuovo intervento

    CIVITAVECCHIA – Tedesco evita lo scioglimento di Csp, ma ricapitalizza solo a metà, rinviando i problemi di tenuta dell’azienda (che continua a perdere) solo di qualche settimana e finendo per restare in mezzo al guado, lui e tutta la maggioranza. Alla fine l’indirizzo del Consiglio Comunale è stato in parte disatteso.

    Ieri pomeriggio infatti l’assemblea dei soci della Csp ha deliberato il ripianamento delle sole perdite del 2019, tramite il conferimento da parte del Comune dei 500.000 euro “cash” e degli automezzi (i 12 autobus e i 17 autocompattatori), ma non degli immobili previsti nella delibera 78.

    Il Comune ha quindi ripianato solo le perdite del 2019, ricostituendo il capitale sociale a 120.000 euro, per un totale di conferimento di 2,4 milioni. Come invece era nell’aria, Tedesco – chiamando in causa tutta la Giunta con una delibera di ieri mattina, ha rinviato il ripianamento della perdita 2020, come consentito dalle norme Covid (articolo 6 del DL 23/2020), evitando di dover sciogliere la società, ma non mettendola certo né in sicurezza, né tanto meno nella condizioni di essere “presentabile” a banche e creditori. Il patrimonio netto della Csp resterà infatti negativo più o meno per un milione, avendo a quanto pare perso l’azienda circa altri 2 milioni nel 2020. Il Comune si trova così nella singolare e per certi versa assurda situazione di aver comunque conferito altri 3 milioni di euro, tra mezzi e soldi, a una società che resta al momento non finanziabile da nessuno e che rischia anzi di saltare senza un nuovo intervento a breve da parte del socio unico.

    Perché, a fronte comunque della decisione di non far sciogliere la società, Tedesco e i suoi non abbiano deciso di seguire l’indirizzo del consiglio comunale conferendo anche gli immobili previsti nella delibera 78 per un totale stimato in 5,3 milioni, compresi mezzi e denaro, consentendo all’azienda di esser finanziata e seguendo pienamente l’indirizzo del Consiglio Comunale, togliendosi così da ogni possibile responsabilità, non è proprio chiaro.

    Nel decidere di conferire solo 3 milioni di euro la Giunta ha preso atto del diniego della Banca del Fucino ad accordare il finanziamento, comunicato alla Csp il 18 febbraio (assurda a questo punto appare anche la “sparata” dei capigruppo di maggioranza contro Fabiana Attig, che aveva anticipato la notizia del ritiro dell’istituto di credito, venendo tacciata di fare “solo congetture e terrorismo psicologico”, quando gli stessi capigruppo sapevano già benissimo che quanto dichiarato dalla rappresentante della Svolta corrispondeva a verità).

    Di fronte allo stop al finanziamento, probabilmente proprio perché nel frattempo la società non era stata ricapitalizzata, ci si sarebbe attesi che il Sindaco e i suoi consiglieri (in primis Perello, presentatore dell’emendamento che ha determinato la situazione odierna) decidessero coerentemente di tornare in Consiglio comunale per revocare la delibera 78 e sciogliere Csp.

    Procedere con la ricapitalizzazione, infatti, avrebbe significato dare pienamente ragione all’ex vice sindaco Massimiliano Grasso, che ha sempre evidenziato come il finanziamento fosse menzionato nel piano di ristrutturazione, ma al tempo stesso non avesse nulla a che fare con la ricapitalizzazione.

    Tedesco ha optato per una via di mezzo, che non serve a garantire l’azienda e, anzi, in prospettiva rischia di farlo trovare nei guai, avendo comunque conferito altri 3 milioni di euro di soldi e beni pubblici, senza aver seguito l’indirizzo del Consiglio Comunale, che era di conferire anche gli immobili per un valore complessivo stimato in oltre 5,2 milioni, e facendo rimanere Csp nel limbo, con il patrimonio netto negativo e quindi “impresentabile” per banche e creditori e con il concreto rischio che a Pasqua, quando il Comune dovrà prendere atto anche delle perdite del primo trimestre 2021, non saranno più sufficienti neppure gli immobili della delibera 78 a riequilibrare la situazione, anche considerando i 2 milioni di “rosso” del 2020 rinviati al 2025 grazie al Covid. E oggi trovandosi con la crisi aziendale tutt’altro che risolta e il piano di ristrutturazione previsto dalla legge completamente da rivedere.