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    Cronaca
    3 Marzo 2021
    Secondo l’accusa rappresentata dal dottor Piloni quando il 25enne ha ucciso la maestra a Tolfa era capace di intendere e di volere
    Omicidio Compagnucci: il pm chiede l’ergastolo per Malaj

    TOLFA – Hanno gelato l’aula le parole del pm Mirko Piloni, durante l’udienza per l’omicidio della maestra Diva Compagnucci, commesso a Tolfa il 26 ottobre 2019: Sergej Malaj quando ha colpito la donna, era in grado di intendere e di volere e per questo va condannato all’ergastolo. L’accusa è pesantissima per il 25enne originario dell’Albania, arrestato subito dopo i fatti avvenuti a viale Italia, nella residenza tolfetana dell’anziana barbaramente uccisa. Una ricostruzione dettagliata, quella fatta dal pm Piloni, convinto della colpevolezza del 25enne. Sarebbe entrato in casa della donna e avrebbe chiesto del denaro incassando il no della donna, al quale avrebbe reagito fracassandole il cranio, prima di darsi alla fuga con alcuni soldi in contanti trovati all’interno dell’abitazione e qualche oggetto in oro, poi venduti a un compro oro di Civitavecchia. Certo, ci sono le perizie psichiatriche eseguite su Sergej Malaj, in particolare quella del professor Sani, richiesta dai giudici. La stessa sulla quale il legale dell’imputato Federico Sciullo intende fare leva per dimostrare l’incapacità di intendere e volere del suo assistito e chiederne l’assoluzione oppure, in subordine, che il capo di imputazioni cambi da omicidio premeditato a omicidio preterintenzionale.  Perizia che restituisce una descrizione del 25enne proiettata su uno stato di intendere e volere grandemente scemato al momento dell’omicidio. Il legale ha fatto la sua parte, con un’arringa basata su dettagliate risultanze mediche. Dal canto suo il sostituto procuratore Piloni (incontrando una posizione favorevole del legale di parte civile Patrizia Bisozzi) ha chiesto il carcere a vita per l’imputato, convinto che l’assunzione di alcol non basta per stabilire un offuscamento del comportamento di Malaj. Bisognerà attendere diciannove giorni per conoscere la decisione dei giudici.