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    Cronaca, Cultura e Spettacoli
    5 Marzo 2021
    Il curatore della prefazione del libro sulla Madonnina di Civitavecchia: "Provocazione gratuita"
    Sanremo, Caniato: ”le lacrime di sangue di Achille Lauro vicine alla blasfemia”. Ma i Papaboys lo difendono
    Venturi ribatte: "Artista geniale, il meglio del Festival. Viene dalle periferie, la sua canzone è un grido di aiuto, una preghiera"

    CIVITAVECCHIA – Un atto di «violenza gratuita», vicino alla blasfemia, quello portato in scena da Achille Lauro a Sanremo con quelle lacrime di sangue. Riccardo Caniato, delle edizioni Ares nonché curatore della prefazione di un volume sulla Madonna di Civitavecchia  ’Civitavecchia, 25 anni con Maria’ di frate Flavio Uboldi, interpellato dall’Adnkronos alla luce delle polemiche sollevate dall’esibizione di Lauro che a qualcuno ha evocato le lacrime della Madonnina di Civitavecchia, osserva: «Io non ho visto l’esibizione ma soltanto una foto. Se si tratta di una allusione ad un fatto giudicato vero dalla Chiesa con grandi approfondimenti per 5 anni, e dalla Procura italiana che ha portato all’assoluzione piena della famiglia Gregori proprietaria della statuina» siamo di fronte ad una «provocazione gratuita di qualcuno che spera di avere eco e dunque è meglio non darla». Caniato ricorda che «le motivazioni della sentenza dicono che siamo di fronte a spiegazioni che solo la scienza o la Chiesa un domani potranno spiegare. Provo dispiacere per queste persone se l’allusione è a questi fatti. Se si va a sfondare questa porta ci si affaccia sul sacro e lì sta la coscienza di ciascuno. Umanamente a quel dato non c’è risposta, se ci si spinge oltre si insulta il sacro. E allora c’è blasfemia ma tante volte si agisce solo per provocare».

    Caniato ricorda quello che gli raccontò un grande mariologo: «Gesù sulla croce, nell’orto degli ulivi, sottoposto a tensione emotiva ha sudato sangue. Se i fatti di Civitavecchia sono veri riguardano il dolore di una madre che perde il figlio e il dolore è così forte da farle vivere lo stesso stato emotivo da piangere sangue e se uno vuole banalmente irridere questo resta a livello superficiale. Provo dispiacere per queste persone sempre che si volesse alludere a questi fatti».

    Non sono d’accordo i Papaboys, che promuovono a pieni voti Achille Lauro che al Festival di Sanremo, durante l’esibizione, ha pianto sangue. «È la cosa migliore sul palco- dice all’Adnkronos Daniele Venturi, leader dei Papaboys -. È un artista geniale, provocatore ma il nostro mondo deve cogliere le differenze tra uno che sta profondamente dalla parte nostra e uno che è contro come poteva essere Marilyn Manson. Achille Lauro è un ragazzo italiano che viene dalle periferie e alza il grido a modo suo. Bisogna prendere la sua grandezza dal lato del dolore e della sua sensibilità». C’è chi nella esibizione dell’artista ha visto qualcosa ai limiti della blasfemia paragonando le sue lacrime di sangue a quelle della Madonna di Civitavecchia. «Lauro è un ragazzo che viene dalle periferie e che grida a modo suo. Anche se vagamente trasgressivo- osserva il leader dei Papaboys che preparando un video di musica cattolica si è ispirato nientedimeno che a Lauro – è potente. Quanti di noi dicono al Signore ’Salvami!’ La sua canzone è un grido di aiuto, una preghiera».