Tarquinia si mobilita per don Roberto Fiorucci: «Eccellenza, ascolti le nostre ragioni»
Cronaca
17 Giugno 2021
Il parroco della chiesa Madonna dell’Ulivo dovrà essere trasferito ad Allumiere. La comunità chiede al vescovo Ruzza di ripensarci
Tarquinia si mobilita per don Roberto Fiorucci: «Eccellenza, ascolti le nostre ragioni»

TARQUINIA – Una mobilitazione senza precedenti nella storia di Tarquinia. E’ quella avviata dai parrocchiani, ma anche molti altri tarquiniesi, per chiedere al vescovo monsignor Gianrico Ruzza, della Diocesi Civitavecchia – Tarquinia, di rivedere la propria decisione di trasferire Don Roberto Fiorucci, da anni parroco della chiesa Madonna dell’Ulivo situata nel quartiere periferico più popoloso di Tarquinia. Don Roberto dovrebbe lasciare Tarquinia entro fine mese, senza neppure riuscire a condurre i ragazzi delle cresime alla cerimonia conclusiva prevista a settembre, dopo un importante percorso insieme durato quattro anni. Per lui la nuova destinazione sarà Allumiere. Una notizia comunicata al sacerdote nel giorno del Corpus domini, che lascia fortemente dispiaciuti i tarquiniesi che, oltre ad aver scritto una lettera al vescovo, a seguito della quale seguirà un incontro nei prossimi giorni, hanno avviato anche una raccolta di firme che ha già raggiunto numeri importanti. Don Roberto è infatti il parroco che ha fatto rinascere la chiesa Madonna dell’Ulivo, in termini di partecipazione alla preghiera e alle tante attività collaterali, conquistando di giorno in giorno la fiducia e l’affetto dei fedeli, aumentati esponenzialmente di anno in anno. Per lui la messa non è mai un monologo, ma un dialogo costante con i fedeli e soprattutto con i bambini che invita all’attenzione e alla partecipazione attiva con continue sollecitazioni.

Chiare le parole della maestra Diana Benedetti, tra le tante voci che hanno voluto esprimere stima per l’operato di Don Roberto e profonda amarezza per una decisione che rischia di interrompere un percorso religioso e culturale di rinnovamento e coinvolgimento della comunità cattolica tarquiniese. “Nella mia vita ho conosciuto e praticato varie parrocchie e parroci – racconta la maestra Diana – diciamo che le conosco un po’ tutte. Da molti anni però, da quando la mia amica Lucia abita in zona Top 16 (circa dal 1985) ho cominciato a praticare quella chiesa che non c’era ancor: la messa veniva celebrata in un container posto dove è l’attuale chiesa. Il parroco era don Angelo Casonato, che conoscevo bene perché era stato per anni parroco di San Giovanni, la mia parrocchia di nascita. Il container era stato messo lì perché lì sarebbe dovuta essere edificata la nuova chiesa, come poi è avvenuto, con il nome di Maria SS Madonna dell’Ulivo. Poi iniziarono i lavori e le celebrazioni proseguirono nella vecchia chiesetta dell’Ulivo ed il parroco era don Sandro Giovannini. Nel frattempo don Angelo ormai anziano, era in pensione. Poi la chiesetta era in pessime condizioni, ed in qualche modo andava risistemata; la celebrazione eucaristica fu trasferita al piano superiore del top 16, esattamente in due locali sopra il supermercato, proprio all’uscita dell’ascensore. Intanto i lavori per la nuova chiesa andavano avanti, un po’ a rilento. Finalmente arrivati alla prima copertura, le celebrazioni si spostarono nell’attuale sala parrocchiale, freddissima, umida, arredata alla meno peggio! Don Sandro faceva d
el suo meglio, ma l’affluenza dei fedeli era molto scarsa. La cosa è andata avanti per anni, sempre molto alla stanca; eravamo quelle poche persone e sempre le stesse, compresa me che ero fuori parrocchia ma la frequentavo insieme alla mia amica Lucia. Quando pioveva don Sandro era costretto a mettere secchi e bagnarole un po’ dappertutto perché ci pioveva quasi come all’aperto e noi dovevamo tenere gli ombrelli aperti e naturalmente era molto freddo. Poi pian pianino i lavori al piano superiore sono ripresi e la chiesa ha preso l’aspetto architettonico attuale. Finalmente, dopo anni, don Sandro ha potuto trasferire le celebrazioni al piano superiore. Non ci sembrava vero. Solo che purtroppo, anche sopra ci pioveva e l’affluenza dei fedeli non è aumentata». «Passano gli anni – ricorda la maestra Diana – il vescovo di allora decide dei cambiamenti, anche perché don Sandro era nella frattempo cagionevole di salute. Arrivò così Don Roberto Fiorucci, giovane parroco pieno di idee e di energia, il quale ha cominciato a lavorare, pur in mezzo a mille difficoltà, con tanta di quella lena da rivoluzionare l’intero andamento della parrocchia. Ha stabilito piano pianino, ma con caparbietà e fermezza, i suoi nuovi principi, dettando le regole e badando che venissero osservate da tutti, compreso lui per primo, per dare il buon esempio. Così la parrocchia ha cominciato a vivere la sua nuova vita, a riempirsi di fedeli sempre più numerosi ed assidui. Ahimè, ora che la chiesa parrocchiale sta cominciando a prendere la via giusta, ma c’è ancora molto da fare, al parroco Don Roberto Fiorucci è arrivato dal Vescovo l’ordine di cambiare. È stato trasferito ad altra parrocchia, mentre ancora qui c’è tantissimo da aggiustare. La chiesa è moltissimo migliorata ed è anche frequentata, ma tutto questo grazie allo sforzo, al comportamento, alle regole, all’esempio del parroco. Sarà il prossimo parroco in grado di proseguire con la stessa determinazione la via difficile intrapresa e portata fino qui da Don Roberto e non ancora terminata, con tutte le cose che Don Roberto aveva in programma di fare? I parrocchiani (me compresa che sono un’infiltrata) sono tutti stravolti e vorrebbero fare di tutto per tenere Don Roberto come parroco ancora per altro tempo, quantomeno quello necessario a portare a termine i lavori ed i progetti in cantiere”. Quindi l’appello finale: “Eccellenza, vuole ascoltare le nostre ragioni?”. In posizione di grande dolore, ma anche di ubbidienza, Don Roberto Fiorucci che sui social ha informato i fedeli con toccanti parole: “Amata parrocchia della Madonna dell’Ulivo, quanto t’ho amata. Sei stata per me, sposa, sorella, madre e figlia…tutto! Ho dato per te tutto me stesso, avevo ancora tante cose da realizzare ma l’obbedienza mi chiede di lasciarti. Domani sarà pure un altro giorno ma “oggi” il dolore è tanto… sarai/sarete sempre nel mio cuore”.

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