CIVITAVECCHIA – Ancora un’emergenza che torna a far parlare dell’eterno incompiuto di Civitavecchia: la camera iperbarica che da oltre dieci anni resta in attesa della riapertura. L’ennesima emergenza che costringe a rivolgersi a strutture fuori regione mentre quella cittadina resta chiusa, in attesa che alle parole seguano i fatti.
IL FATTO – Nei giorni scorsi per un problema di natura improvvisa un civitavecchiese, tecnico informatico, ha perso l’udito e gli è stata indicata la terapia con camera iperbarica, il problema è che le strutture di Grosseto e Umberto primo, le più vicine, non sono disponibili. L’uomo dovrà quindi recarsi fino a Massa Carrara per poter effettuare la terapia.
Gianfranco Forno, presidente dell’associazione “Volontari Francesco Forno” ha commentato: “Si tratta di una delle quindici terapie, senza contare le emergenze, che si possono effettuare con una struttura come la nostra – ha spiegato Gianfranco Forno, presidente dell’associazione volontari Francesco Forno – parecchi anni fa facemmo una terapia simile ad un ragazzo che era stato colpito da questa sordità improvvisa. Ormai è dal lontano 2010 che aspettiamo di riaprire la struttura – ha continuato Forno – e c’era stato qualche segnale positivo ma non sono stato più contattato dall’amministrazione comunale”.
Da parte dell’amministrazione comunale era stata mostrata la volontà di cercare un luogo in cui posizionare la Camera iperbarica, si parlava dei locali nel parcheggio alle spalle della ferrovia, e c’era stato anche l’ordine del giorno portato in consiglio dalla Lega per la riapertura della struttura. Tante belle parole ma poi più nulla. Nonostante le spese ingenti per smontare e rimontare la struttura però la camera iperbarica dovrà essere spostata dal porto. “Sarebbe – ha detto Forno – sicuramente consigliabile lasciarla nello scalo anche perché non ci sarebbe la garanzia del funzionamento della struttura una volta rimontata”. Forse l’Authority potrebbe trovare qualcuno per gestirla in loco.Sicuramente il caso del civitavecchiese, dopo quello del noto scrittore Valerio Massimo Manfredi trasportato all’ospedale Misericordia di Grosseto per un’intossicazione da monossido di carbonio, torna a riaccendere i riflettori su una vicenda che si trascina da oltre dieci anni: la riapertura della camera iperbarica di Civitavecchia.
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