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    Speciale medicina
    30 Settembre 2021
    La Fismad fa il punto sulla ripartenza
    “Gastroenterologia punti sul territorio”

    L’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese negli ultimi due anni ha sottoposto ad una pressione improvvisa e straordinaria le strutture e l’organizzazione del Servizio sanitario nazionale. Sul fronte della lotta al Covid-19, l’assistenza sul territorio non è riuscita ad arginare tempestivamente il diffondersi dei contagi e gli ospedali si sono sobbarcati tutto il peso dell’emergenza, mettendo in crisi soprattutto i reparti di terapia intensiva. Di pari passo la pandemia ha inciso sull’offerta del sistema sanitario che si è visto costretto a rinviare gli interventi programmati differibili e scoraggiare le domande non urgenti. Il tema è stato approfondito durante la tavola rotonda che si è tenuta durante il 27° Congresso Nazionale Fismad.

    Nel 2020 c’è stato un calo degli inviti mandati ai cittadini per gli screening – 1.929.530 (- 32%) e un calo di persone che hanno aderito (-20%) provocando inevitabilmente una perdita di diagnosi di tumori (- 1.299, pari a – 40%) e di adenomi avanzati (-7.474, pari a -43%).

    “Dobbiamo adottare velocemente delle soluzioni: ripensare il percorso di screening, costruire una maggiore comunicazione verso i cittadini italiani e impiegare maggiori risorse in tecnologia endoscopica – ha sottolineato Elisabetta Buscarini, Direttore Uoc Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Ospedale Maggiore di Crema. Fismad ha come impegno quello di sostenere lo screening per il Ccr a tutti i livelli, compreso quello di parlare direttamente agli italiani”.

    “Quanto emerso nella tavola rotonda – ha concluso Antonio Benedetti, Presidente Fismad – ci conferma quello che ci ha già insegnato la pandemia e questa situazione politica importantissima: il territorio e la gastroenterologia devono essere al centro nella gestione della cronicità. Come Fismad, ad esempio, stiamo proprio lavorando in maniera cavalcante sull’istituzione di una Commissione per la Gastroenterologia territoriale. È perciò fondamentale – per noi che ne abbiamo la possibilità – continuare a proporre al ministero della Salute modelli su cui stiamo lavorando da tempo. Questo è il momento opportuno e quello di cui abbiamo bisogno”.