CIVITAVECCHIA – Manifestazione degli studenti degli istituti superiori di Civitavecchia, domani mattina a partire dalle 9.40 a piazza Fratti, al Ghetto. I ragazzi scendono in piazza contro i doppi turni legati all’emergenza Covid che a rotazione li costringono ad entrare alle 9.40 e ad uscire quasi alle 16. Ieri erano stati gli alunni del Marconi a fare un sit-in davanti alla propria scuola.
IANNIELLO (RETE STUDENTI MEDI), “INGRESSO 9.40 IMPEDISCE DI VIVERE, NOI GLI UNICI SACRIFICATI” – «Siamo gli unici a continuare a sacrificare la vita personale e sociale». A gridare il disagio sono gli studenti che in questi giorni si stanno mobilitando per protestare contro l’ingresso alle 9.40. «Soprattutto a Roma ed in alcune città del Lazio, come Viterbo, Rieti e in particolare Civitavecchia dove »i ragazzi soffrono al liceo Marconi, al Guglielmotti, al Galilei. Oggi (ieri, ndr) si sono riuniti al Marconi in duecento e hanno deciso di manifestare nel fine settimana contro orari che impediscono di vivere; trasporti malfunzionanti che gravano sui pendolari da Cerveteri e Cerenova”. Lo dichiara Luca Ianniello, del nazionale della Rete degli studenti medi, che dice: “gli studenti non ce la fanno a tornare a casa alle 18 e poi a dover studiare«. Anche nella Capitale il malcontento è diffuso: “Soprattutto a Roma est al liceo classico Kant, al Tullio Levi Civita perché il sistema dei trasporti è molto debole; nelle scuole vicino la stazione Termini come il Machiavelli, l’Albertelli, il Plinio frequentate da pendolari. Al momento è occupato l’Albertelli, ma lo sgomberano domani sera. Difficoltà grosse anche a Bufalotta e Talenti, al liceo scientifico statale Nomentano. Anche al liceo Vittoria Colonna, al Ghetto e così via…”, prosegue Ianniello.
“L’8 siamo andati in Prefettura a chiedere l’eliminazione degli scaglionamenti o per lo meno la riduzione del margine tra le due fasce orarie – racconta – Il Prefetto non ci ha ricevuti. Abbiamo parlato con qualche funzionario e riscontrato mancanza di apertura. Ma in un mondo che torna alla normalità anche grazie a noi, che ci siamo vaccinati con sollecitudine, non ci possono trattare come l’anno scorso, chiedendoci un ulteriore sacrificio della nostra vita personale”.


