Don Ivan Leto*

Nel Vangelo di oggi si distinguono due parti: Mc 10,35-41 in cui Giacomo e Giovanni chiedono alcuni privilegi e gli altri apostoli si indignano e Mc 10,42-45 dove Gesù li corregge. Lo stesso testo indica che non ci sono “dodici”, ma due da un lato e dieci dall’altro, come due gruppi contrapposti. Gli apostoli si aggrappano alle strutture di potere perché ancora non hanno capito a fondo la dottrina di Gesù. La risposta dì Gesù di fronte all’audacia dei figli di Zebedeo contiene due elementi essenziali per comprendere il senso del discepolato. Uno è il “calice” (partecipare alla passione di Gesù) e l’altro è il trono (sedersi con lui nella gloria). Essere discepolo è imparare a morire con Cristo. Gesù ha trasformato il desiderio di potere di Giacomo e Giovanni, rendendoli capaci di consegnare la loro vita per gli altri. Davanti all’indignazione degli altri dieci, che spasimano anche loro per i primi posti, Gesù si trova costretto a ribadire il suo insegnamento sul servizio come la magna charta della comunità dei cristiani. Una comunità senza potere ma non senza autorità. 

*Don Ivan Leto

parroco di San Gordiano

Diocesi Civitavecchia – Tarquinia