CIVITAVECCHIA – Sono 6, al momento, gli avvisi di garanzia emessi nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Civitavecchia che giovedì scorso aveva portato al blitz della polizia a palazzo del Pincio e in altre sedi di uffici comunali per acquisire tutta una serie di documenti.
Questa mattina, infatti, su disposizione del pm Roberto Savelli sono scattate le perquisizioni in abitazioni e uffici delle prime sei persone iscritte nel registro degli indagati* e su un fascicolo che però si preannuncia essere molto più corposo.
I poliziotti hanno bussato infatti alla porta dell’assessore al Bilancio Emanuela Di Paolo, del dirigente del Pincio Giglio “Sandro” Marrani, del vigile urbano Augusto Foschi e degli imprenditori Simone Pagliarini, Mario Benedetti e Gianpiero Firicano, sequestrando in alcuni casi anche i telefoni cellulari dei diretti interessati.
Diversi i reati che, a vario titolo, sono ipotizzati per i sei indagati e che, al momento riguardano, in casi separati tra loro, l’interesse su un chiosco per la somministrazione di cibo e bevande al Pirgo, sul concorso pubblico e sull’affidamento delle luminarie natalizie.
LUMINARIE NATALIZIE – Su quest’ultimo aspetto, in particolare, Di Paolo, Marrani e Firicano devono rispondere di una presunta turbativa della libertà degli incanti. A quanto pare, secondo l’accusa, che dovrà essere verificata nel prosieguo delle indagini, Firicano si sarebbe aggiudicato l’allestimento delle luminarie nonostante fosse stata presentata un’offerta più conveniente da parte di un altro soggetto, una ditta della Ciociaria, che avrebbe comunque pagato l’allaccio della corrente e avrebbe garantito anche l’allestimento di ulteriori dieci casette di legno.
LA CONCESSIONE DEL CHIOSCO – Ancora il dirigente Marrani, insieme a Pagliarini e Benedetti, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero in concorso tra loro, messa in atto una presunta corruzione per l’affitto del chiosco al Pirgo. Anche se poi, a quanto pare, la questione non sarebbe mai arrivata a conclusione.
IL CONCORSO DELLA POLIZIA LOCALE – Infine per Foschi si parlerebbe di presunto abuso d’ufficio. Il vigile urbano, infatti, sempre secondo gli inquirenti, si sarebbe introdotto – avendo la disponibilità delle chiavi – negli uffici comunali in orario di chiusura, in particolare in quello del dirigente Marrani, dove si trovavano i documenti sensibili relativi al concorso per la polizia locale: qui, sempre secondo l’accusa, avrebbe fotografato le domande della prova del concorso e le avrebbe poi inviate alla figlia.
INTERCETTAZIONI AMBIENTALI – E questo fa presupporre quanto già si pensava nei giorni scorsi, e cioè che alla base dell’inchiesta della Procura, vi siano anche intercettazioni ambientali e video che avrebbero portato a scoperchiare un vaso dal quale però non sembra essere ancora uscito tutto.
INCHIESTA SOLO ALL’INIZIO – Insomma, un vero e proprio terremoto, quello che si sta per abbattere sul Comune, la cui onda lunga continuerà ad avere effetti a stretto giro. Le indagini infatti verterebbero su più aspetti e non è escluso che, già nelle prossime ore, possa allungarsi la lista delle persone coinvolte o degli iscritti nel registro degli indagati.
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* Presunzione di innocenza – Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

