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    Politica
    30 Gennaio 2022
    Rassegna stampa
    IL DIARIO. La politica che finge di cadere dal pero

    Quanto sta avvenendo sul biodigestore rappresenta bene la situazione tipo che contribuisce a creare ancora più distacco tra politica e cittadini.

    Senza voler entrare nel merito della questione, quel che preme rilevare in questo Diario è come ormai alle dichiarazioni roboanti e a tratti stizzite di quasi tutti gli schieramenti politici, non corrispondano poi scelte politiche coerenti.

    Per spiegare meglio: a livello locale tutto l’arco costituzionale si è espresso contro il progetto del biodigestore. Lo stesso hanno fatto esplicitamente i consiglieri regionali Gino De Paolis e Devid Porrello (non ci pare, potremmo sbagliarci, di aver sentito Marietta Tidei, magari nei prossimi giorni le chiederemo di esprimersi in merito) che alla Pisana sono in maggioranza.

    Poi, quando in conferenza dei servizi, con il parere contrario del Comune di Civitavecchia, coerentemente con quanto affermato in precedenza in ogni sede e con quanto deliberato in Consiglio Comunale, per ostacolare l’iniziativa dal punto di vista delle autorizzazioni di carattere urbanistico, la Regione Lazio dà ugualmente il via libera al biodigestore, finisce che tra gli stessi consiglieri c’è chi allarga le braccia, affermando che oltre certi limiti la politica non può andare, perché decidono i dirigenti, i tecnici, gli uffici.

    Dimenticando che quando si governa, soprattutto un ente come la Regione, il potere di indirizzo è più che pregnante, visto che la pianificazione in materia spetta alla regione stessa.

    Nonostante tutto, leggiamo che l’assessore regionale all’Ambiente (oggi va di moda chiamarla transizione ecologica) Roberta Lombardi ha dichiarato che «il progetto approvato in Conferenza dei servizi è il frutto di un iter ormai obsoleto sia rispetto alle più recenti indicazioni normative già in essere, come il Piano regionale rifiuti, sia rispetto alla Strategia regionale di sviluppo sostenibile adottata dalla Regione Lazio a marzo 2021 sia secondo le nuove linee guida in elaborazione in fatto di transizione ecologica. Per questo ho avviato una serie di verifiche presso gli uffici regionali e programmato un confronto con le strutture competenti, per poter individuare un percorso normativo e giuridico solido per ritarare le procedure autorizzative dei grandi impianti a biogas presentate nella nostra Regione. Al vaglio autorizzazioni impianti 10 volte superiori a reale fabbisogno del Lazio. Urge ricognizione dettagliata».

    Peccato che l’iter del biodigestore di Civitavecchia in regione sia iniziato ben oltre un anno fa, con dichiarazioni e interventi di forze politiche a tutti i livelli. E quindi c’era tutto il tempo e il modo di verificare e intervenire, così come fatto a suo tempo per eolico e fotovoltaico. Cadere dal pero ora è quasi peggio che dichiarare l’impotenza della politica di fronte alla burocrazia o rimanere in silenzio perché evidentemente, e legittimamente per carità, la si pensa in modo diverso, senza dirlo per paura di perdere voti. Un modus operandi in qualche modo simile a quello già visto (e che con ogni probabilità rivedremo presto) per quanto riguarda il futuro di Torre Valdaliga Nord.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Rassegna stampa dal quotidiano LA PROVINCIA del 30 gennaio 2022