TOLFA – «La nostra assistita è del tutto estranea ai fatti ed alle condotte che le vengono al momento contestate». Gli avvocati Antonio Chiocca e Angelo Guido intervengono in merito alla vicenda di compravendita di un casale che vede indagata una 67enne di Tolfa per atti persecutori. I legali che difendono la donna precisano alcuni aspetti. «La nostra assistita, in riferimento al procedimento penale che la sta interessando, risulta allo stato essere solo persona indagata nelle more di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia, risultando al momento sottoposta ad indagini per il solo reato di atti persecutori: non sono stati contestati, dunque, i reati di violenza privata, danneggiamento e ricettazione. I singoli presunti episodi di molestia e/o di danneggiamento sono ancora sottoposti al vaglio della Procura della Repubblica di Civitavecchia, la quale, coadiuvata dalla Compagnia dei Carabinieri di Civitavecchia, sta ancora eseguendo, appunto, le opportune attività di indagine al fine, proprio, di accertare non solo se i fatti così come denunciati si siano effettivamente verificati ma soprattutto se gli stessi abbiano o meno rilevanza penale”. “L’intera vicenda – aggiungono i legali – che a quanto pare risulta avere importanza mediatica, in verità, trae origine, da un contenzioso civile (tra l’altro ancora non definito ed attualmente pendente dinanzi al Tribunale di Civitavecchia) sorto tra la nostra assistita e la presunta persona offesa avente ad oggetto il più volte citato contratto di compravendita immobiliare. Di conseguenza, molti dei fatti che vengono descritti e giudicati come “atti persecutori” devono diversamente essere ricondotti e tenuti proprio nell’ambito del predetto contenzioso civile. Ad ogni modo e prescindendo da tale circostanza, la nostra assistita è del tutto estranea ai fatti e alle condotte che le vengono al momento contestate».
«La nostra assistita – proseguono i legali – da diversi mesi risulta aver lasciato non solo il casale oggetto di disputa, ma anche il comune di Tolfa, di conseguenza non ha più avuto alcun contatto diretto o anche solo telefonico con la presunta persona offesa; inoltre la nostra assistita non è sottoposta alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari; sin dall’inizio ha assunto un contegno assolutamente collaborativo tanto nei riguardi dei militari dell’Arma dei Carabinieri quanto nei confronti dell’autorità giudiziaria. Confidiamo, pertanto, nell’attività investigativa avviata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia affinché l’intera vicenda venga quanto prima ricondotta a verità».
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