È stata archiviata l’inchiesta relativa all’affidamento della concessione per la realizzazione e gestione du un approdo turistico al porto storico. A più di due anni dall’avvio delle indagini da parte della Procura e della Guardia di finanza, infatti, il giudice del Tribunale di Civitavecchia Paola Petti ha rigettato l’opposizione alla richiesta di archiviazione già presentata e ribadita dal pubblico ministero Alessandro Gentile il quale non ha ravvisato elementi tali da proseguire nell’accusa di presunta turbativa d’asta. «La notizia di reato – ha infatti scritto il pm – è infondata, o comunque non vi sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio». Sotto la lente di ingrandimento la conferenza dei servizi promossa come previsto dalla legge dal Comune di Civitavecchia, al termine della quale venne indicata la società Roma Marina Yachting – joint venture tra Port Mobility ed i Porti di Monaco, rappresentati dalla Société Monégasque Internationale Portuaire – per la realizzazione del progetto, con la seconda società, la Porto Storico, che presentò anche diversi ricorsi al Tar, oltre alla denuncia sulla vicenda. Nel registro degli indagati finirono i fratelli Guido ed Edgardo Azzopardi, e gli ex vertici dell’Authority Francesco Maria di Majo e Roberta Macii. «Finalmente si è messa la parola fine ad una vicenda molto dolorosa per i miei assistiti – ha commentato l’avvocato Andrea Miroli, per i fratelli Azzopardi – era un risultato che il sottoscritto era certo che ci sarebbe stato, posto che le carte processuali dimostravano l’assoluta correttezza del loro operato. Quindi l’archiviazione li ripaga anche dal punto di vista morale. In questo senso, il mio pensiero va senz’altro a Guido Azzopardi che è venuto a mancare lo scorso luglio». «Si chiude finalmente questa lunga ed incresciosa vicenda penale il cui contenuto, proprio in ragione dei noti contrasti tra l’AdSP e Port Mobility/Rogedil che hanno contrassegnato praticamente l’intero mandato del presidente di Majo – ha spiegato l’avvocato Lorenzo Mereu, legale degli allora vertici di Molo Vespucci – è sembrato, non solo alle persone denunciate ma a molti operatori portuali, del tutto inverosimile. La denuncia penale, è risultata, infatti, fondata su un “castello” accusatorio del tutto inconsistente frutto di immaginarie e fantasiose supposizioni e collegamenti tra diversi eventi ed atti, di diversa natura, che non hanno trovato riscontro alcuno nel corso delle approfondite indagini che hanno comportato anche perquisizioni nei confronti dei denunciati. Nel corso delle indagini è emersa, inoltre, l’assenza di qualsivoglia tentativo da parte del vertice dell’Adsp di voler condizionare le decisioni e quindi l’esito della Conferenza di Servizi, come peraltro anche confermato dal Sindaco di Civitavecchia».
Una decisione che, insieme a quelle prese dal tribunale amministrativo, potrebbe finalmente sgomberare il campo da ogni problema e dare finalmente il via ai lavori per un’opera attesa da anni.
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