Costa: i nodi irrisolti tra Pua,
 


erosione e canoni demaniali
Cronaca
6 Marzo 2022
Operatori in forcing sul comune per l’approvazione del piano sull’arenile. L’iter è in dirittura d’arrivo
Costa: i nodi irrisolti tra Pua, erosione e canoni demaniali

LADISPOLI – «Il Pua è atteso da 14 anni qui a Ladispoli. Allo stato attuale non potremmo procedere con nessun intervento di riqualificazione: siamo in una sorta di zona bianca». L’Sos dei balneari viene sintetizzato da Paolo Carnevalini, titolare dello stabilimento Columbia e vicepresidente di Assobalneari Ladispoli-Marina San Nicola. Per la categoria l’incubo delle gare ad evidenza pubblica si avvicina dopo la decisione del Consiglio dei Ministri che di fatto ha recepito l’input dell’Unione Europea. La proroga delle concessioni demaniali potrebbe presto ricevere il “semaforo rosso” e senza l’ancora di salvezza del Pua (Piano di utilizzo dell’arenile) lo scenario appare ancora più nebuloso. «Lo sapevamo da tempo – prosegue Paolo Carnevalini – ma fino a un certo punto. Possibile che con tutti i problemi che ci sono in Italia e nel mondo, a cominciare dalla pandemia, dalla guerra e dalle imprese in crisi, la priorità del Governo sia ora quella di velocizzare un iter che si sarebbe potuto affrontare con più calma?». Il provvedimento vanificherebbe l’estensione delle licenze fino al 2033 votate in sede di Giunta comunale a luglio del 2020, quando Palazzo Falcone raccolse l’assist del Decreto Rilancio. «D’altro canto – conclude – se uno strumento urbanistico non ci consente di effettuare degli investimenti, come potremmo uscire da questa situazione? E dobbiamo fare i conti anche con l’erosione». La Giunta comunale ha già risposto ai balneari che intanto sono seguiti in questa loro battaglia da vari sindacati. «Stiamo facendo la nostra parte – è la presa di posizione di Pierpaolo Perretta, delegato al Demanio marittimo – con uno strumento indispensabile per lo sviluppo della costa. Piano di cui il nostro comune è sprovvisto fin dal 1997 e che la amministrazione riuscirà ad adottare entro la fine del suo primo mandato». Il punto insomma andrà in Conferenza dei servizi, il futuro poi non lo conosce nessuno.

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