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    Politica
    8 Marzo 2022
    Il capogruppo della Svolta interviene dopo il consiglio comunale aperto con argomenti di non poco conto
    Biodigestore, Attig: ”Si sconta l’inerzia del Comune”

    CIVITAVECCHIA – Si continua a discutere sul mega impianto da 120mila tonnellate annue, soprattutto dopo il consiglio comunale aperto dei giorni scorsi che ha visto il biodigestore al centro della seduta all’aula Pucci. Oggi è il capogruppo de La Svolta Fabiana Attig che interviene con argomenti di non poco conto: secondo la consigliera, infatti, la Regione avrebbe dovuto e potuto verificare alcuni documenti fondamentali sotto l’aspetto amministrativo, al punto che – ricostruendo tutta la vicenda urbanistica delle aree oggetto dell’intervento, partendo dalla originaria convenzione del 1990 – parrebbe che il Comune potesse già da tempo riappropriarsi di parte dei terreni.

    “Sembrerebbe – dice il capogruppo – che il 50% dei terreni su cui dovrà sorgere il Biodigestore siano ancora di proprietà del comune di Civitavecchia, per impegni convenzionali (opere di urbanizzazione mai realizzate) assunti e non rispettati. C’è poi la questione usi civici sulla tenuta Guglielmi 1929: sarebbe infatti stata ignorata la sentenza della Cassazione civile a sezioni unite, del 26 marzo 2021, che accoglie la richiesta di annullamento della determina regionale avanzata dalla Università Agraria e rinvia dinnanzi al Commissariato agli Usi Civici. Se quindi il terreno non fosse escluso dall’uso civico, il parere della Soprintendenza sul vincolo paesaggistico doveva essere emesso quale vincolante”.

    “Il dato politico – conclude Attig – è che ad agosto del 2020 in sede di approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti, furono presentati ben 130 emendamenti da parte del consiglio regionale: nessuno a favore del comune di Civitavecchia. Mentre i singoli Comuni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Piano, avrebbero potuto presentare osservazioni e chiedere di essere assegnati a un Ato differente da quello che attualmente include Roma e tutta la provincia. Nessun segno fu dato allora dal Sindaco Tedesco e dall’assessore Magliani, né tanto meno dagli uffici dell’Urbanistica. Oggi, a cose praticamente fatte, ci si mette alla testa di cortei, senza peraltro neppure offrire una soluzione al problema che comunque resta sul tappeto: ossia quello della chiusura del ciclo dei rifiuti. All’epoca iniziò un percorso con i comuni dell’osservatorio ambientale, con l’assessore regionale Valeriani che si dichiarò disposto a finanziare impianti pubblici tarati sulle esigenze dei territori. Che fine ha fatto quel percorso? Perché l’osservatorio non si è più riunito, né se n’è più parlato, se non recentemente, solo per interesse rispetto alle nomine da fare? Queste sono le domande che il Sindaco cerca di sviare, guidando manifestazioni che avrebbe lui stesso potuto evitare, intervenendo a tempo debito con gli strumenti a disposizione che, come visto, non erano pochi”. Insomma gli spunti di riflessioni forniti dal capogruppo Attig sono parecchi, ora bisognerà attendere verifiche e risposte per meglio comprendere.

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