Raid nel magazzino sotto sequestro
Cronaca
11 Marzo 2022
Beffati i cittadini che non possono prendere la loro merce : dovrebbero attendere l’asta
Raid nel magazzino sotto sequestro

LADISPOLI – Un deposito sequestrato anni fa dal tribunale con all’interno merce di valore. L’iter giudiziario è lungo e tortuoso affinché i cittadini riprendano i loro beni ma i malviventi di certo non attendono i tempi della Giustizia e di notte continuano a saccheggiare il capannone che si trova a Ladispoli, sulla statale Aurelia poco prima della località agricola di Osteria Nuova. L’ultimo episodio pochi giorni fa. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del Commissariato di via Vilnius, in compagnia della curatrice fallimentare di Civitavecchia. Sul terreno per altro ci sono decine e decine di container con all’interno roba di vario tipo: mobili, tappeti, macchinari agricoli, quadri, pianoforti, persino un catamarano e tanto altro ancora che di certo fa gola ai malintenzionati. Con un ulteriore problema: i cittadini devono attendere l’asta giudiziaria per poter riprenderne possesso.

Un’area con il passare dei mesi diventata terra di nessuno tranne che, evidentemente, per i ladri che hanno divelto la recinzione di ferro con un frullino a batteria. Con le continue scorribande, i soliti ignoti, hanno causato ingenti danni alla struttura di un privato che non può nemmeno vendere l’immobile ma è costretto a pagare l’Imu al comune ladispolano. Il suo legale manda una nota. «Purtroppo è l’ennesimo caso – sostiene Agostino Agaro, avvocato del foro di Civitavecchia – in cui i cittadini non sono affatto tutelati dalla giustizia, anzi direi addirittura “sbeffeggiati”. Il proprietario del capannone che funge da deposito, dopo aver ottenuto lo sfratto per morosità nei confronti della società conduttrice, ad oggi non può ancora riottenere il proprio immobile perché è subentrato nel frattempo il tribunale fallimentare che da quasi due anni non riesce a chiudere la procedura e a riconsegnare il prefabbricato e l’area circostante al legittimo possessore, il quale deve continuare a pagare più di 10mila euro di Imu annuale per evitare che gli arrivi una cartella esattoriale. Un caso grottesco».

IL PRECEDENTE

Anni fa a farne le spese anche il Vaticano. Una storia che uscì alla ribalta dopo un’attività investigativa dei carabinieri di Ladispoli. Specchi, lampade, comodini, persino due intere camere da letto di pregio, un organo da 40mila euro: era tutto stipato in un container ma in realtà era stata offerto in beneficenza da un prelato di origini francesi della Santa Sede ma durante il trasloco il carico venne “dirottato” a Ladispoli. Un caso su cui lavorarono i carabinieri della stazione di via Livorno dopo la denuncia di un funzionario del Vaticano che si rivolse alle forze dell’ordine proprio perché non riuscia più a sapere che fine avesse fatto la merce. Il rischio ora è che i ladri possano tornare a colpire portandosi via indisturbati ulteriori ogetti. Di notte tra l’altro la zona è piuttosto buia, altro fattore che fa aumentare le possibilità che ciò possa avvenire.

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