Sarà un inizio settimana caratterizzato dall’incertezza. Una settimana che arriva dopo giorni di proteste, trattative, incontri e prese di posizione che hanno già visto due categorie in difficoltà e che hanno deciso di passare dalle parole ai fatti per via soprattutto del caro carburante: la situazione sta diventando ormai insostenibile. I pescatori, a quanto pare, continueranno nella loro serrata anche a Civitavecchia: striscioni esposti alla Darsena romana e barche ferme in banchina. Questo significa neinte pesce fresco sui banchi e nei mercati ancora per giorni. E domani si ferma anche l’autotrasporto. I mezzi che operano al porto di Civitavecchia resteranno nei piazzali. A deciderlo, come libera iniziativa, le imprese, tra cui anche quelle del Consorzio autotrasportatori Civitavecchia; al loro fianco anche Assotir. «Si fermerà il 100% delle imprese che operano nel settore container» ha spiegato Patrizio Loffarelli di Assotir assicurando che non verranno sospesi i servizi e non verranno bloccati gli altri mezzi al lavoro nello scalo. L’intenzione non è creare disagi, ma piuttosto far sentire la propria voce. Tanti saranno infatti gli autotrasportatori che, a piedi, si fermeranno probabilmente nel piazzale a varco nord. «Auspichiamo un abbassamento del prezzo del gasolio – ha aggiunto Loffarelli – che insieme all’aumento tariffario ottenuto nei giorni scorsi, potrà garantire una boccata d’ossigeno». «La grande distribuzione – ha poi spiegato il presidente della Confcommercio di Civitavecchia Graziano Luciani – ha già avvisato che se c’è il blocco non saranno garantiti i servizi. Lunedì, martedì e mercoledì sarà un punto interrogativo». Luciani quindi spiega che il problema maggiore sarà per l’olio di semi che viene prodotto principalmente nell’est Europa e si sta già vendendo razionato. Per quanto riguarda il caro benzina «si tratta di aumenti insensati – ha concluso – come sottolineato anche dal ministro Cingolani». Le prospettive non sono rosee e ci si aspettano giorni di disagi.
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