IL DIARIO «Mai stati influenti»
Società
13 Marzo 2022
Rassegna stampa
IL DIARIO «Mai stati influenti»

Il quartiere Campo di Grano era quello dove negli anni ’80, dopo che che finirono di costruire i palazzoni delle case popolari, lo spaccio dell’eroina rendeva di più. I bulletti di quartiere si vantavano di essere di Campo di Grano, dove non si poteva entrare senza conoscere qualcuno di loro. Miti e leggende di adolescenti, molti dei quali, crescendo, misero su famiglia e andarono a viverci, a Campo di Grano, scoprendo che in fin dei conti non era poi così male. Oggi il tran tran di periferia è interrotto di tanto in tanto dal gossip più che dalla “nera”.
La cocaina in Italia ha soppiantato da diversi lustri l’eroina e chi comanda sul litorale non è certo di Campo di Grano, né di Santa Firmina. Oggi comandano i colletti bianchi, quelli che la scalata sociale l’hanno fatta perché sono, o comunque si sentono, più furbi degli altri.
Dopo gli anni ruggenti dei politici che sono diventati imprenditori, c’è il tentativo di invertire i ruoli per scrivere nuovi copioni. Del resto, la politica a Santa Firmina come in Italia, è finita da tempo, insieme ai partiti seppelliti da Mani Pulite. E così quelli che oggi sono “politici” di prima fila fino a qualche anno fa portavano il caffè nelle fumose riunioni dei politici veri a cui facevano da portaborse. Un quadro in cui si infilano i nuovi furbetti del quartierino, a cui piace comandare senza apparire e soprattutto senza mai essere contraddetti o addirittura nominati.
Una volta si chiamavano eminenze grigie. Impropriamente qualcuno ancora oggi pensa che il cardinale Richelieu fosse l’eminenza grigia per antonomasia, in realtà l’espressione pare che nacque proprio per indicare il suo segretario e consigliere frate Leclerc du Tremblay, che vestiva un saio grigio, mentre la vera eminenza, ossia il Cardinale, indossava il manto rosso.
Oggi chi comanda veramente a Santa Firmina non sono più né eminenze, né gli zar o Napoleone, ma la nuova razza padrona della nobiltà di toga locale. Quella dei cavalieri neri e delle cancellerie teutoniche. I titoli nobiliari si acquistano un tanto al chilo. Del resto, chi comanda sono tutti commercianti: dal Marchese dei pizzicaroli a Ricciotto, giunto al culmine della sua scalata sociale tra i pesciaroli. Non vogliono essere disturbati dalle altre corporazioni, acquaroli, speziali o sindacalisti vari. Il loro business spazia a trecentosessantagradi, ma fondamentalmente, da buoni commercianti, si occupano di traffici.

E quello più redditizio è senza dubbio quello delle influenze. Una volta, quando Santa Firmina era sotto i Papi, c’erano le indulgenze. Che i figli dei capitani emigrati in America e tornati tra Scilla e Cariddi dopo aver fatto fortuna oltreoceano, turgidi, dispensavano a bordo di vagoni che oggi ormai corrono su binari morti, senza più nemmeno i freni di emergenza, trasportando muratori e bambinetti ignari del loro destino. Oggi ci sono le influenze. Da trafficare a piene mani, manovrando cavalli e cavalieri da perfetti bulli con i loro pupi, e pupe, lasciando sulla propria strada preti e crisantemi, come scie di lumache.
Fino a quando, però, di fronte a tanto straparlare e vociare, qualcuno tese l’orecchio. E al Marchese, in confusione, non rimase, per difendersi, che dire: “Mai stati influenti”. E fu l’unica verità che li salvò da guai peggiori, ma non da se stessi e dal giudizio della storia.

(Liberamente tratto dal romanzo di fantasia “Mai stati influenti”, edizioni coreane. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale).

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Rassegna stampa dal quotidiano LA PROVINCIA del 13 marzo 2022