Cronaca
16 Marzo 2022
L’allarme lanciato da Confcommercio Civitavecchia: fioccano le disdette
La guerra mette in pericolo il settore del commercio e del turismo

francesco baldini

Guerra in Ucraina, caro carburante e rincari vari rischiano di mettere nuovamente in ginocchio le imprese locali e nazionali. È quello che emerge dal rapporto dell’osservatorio economico Confcommercio Roma “Istant feedback marzo”. Uno dei dati che emerge è il crescente clima di sfiducia e preoccupazione legato alla guerra in Ucraina. Il 66% delle imprese teme che nel 2022 l’andamento del proprio settore possa peggiorare. Le più penalizzate sono le imprese del turismo. Un dato importante su Civitavecchia, la cui economia è legata alle crociere. «Con la guerra – ha spiegato il presidente della Confcommercio di Civitavecchia Graziano Luciani -ci sono tante disdette nelle prenotazioni. Gli americani sicuramente non hanno la volontà di venire in Europa in questo momento e a soffrire sono i settori turistico, alberghiero e ristorazione. Tante cancellazioni ad esempio nei bed and breakfast, è un problema che colpisce la nostra economia». Dal report emerge che il 51% delle imprese intervistate giudica «rilevante» il potenziale impatto della guerra in Ucraina in termini di effetti indiretti sulla propria attività. Più nel dettaglio, oltre l’80% delle imprese teme un ulteriore aumento del costo delle materie prime e delle utenze. Il 71,6% degli intervistati temi problemi per trasporti e logistica. Il 73,3% indica nei rincari dei costi energetici la causa dell’aumento del prezzo di vendita dei beni. «Gli aumenti – ha sottolineato Luciani – sono minimi e le forniture costanti, non esiste il rischio che si rimanga senza beni di prima necessità. Non c’è alcun bisogno di assaltare gli scaffali dei supermercati».

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