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    Amministrazione
    17 Marzo 2022
    palazzo del pincio L’Ugl punta il dito contro Comune ed EuroPromos mentre il Consorzio Tedeschi si rivolge al Tar
    Appalto pulizie: è bufera

    È di nuovo bufera sull’appalto pulizie del Comune. L’Ugl di Civitavecchia spiega di aver ricevuto «l’informativa di sospensiva cautelare depositata al Tar e notificata anche al Comune da parte del Consorzio Tedeschi, il quale contestualmente ci informa di essere ancora l’unico soggetto affidatario dell’appalto in questione». L’Ugl esprime «preoccupazione per quanto sta accadendo e per il disagio che stanno vivendo i lavoratori di questo appalto, non possiamo che rimarcare l’assoluta assenza da parte del Comune». Inoltre l’Ugl dice che «alcuni lavoratori appartenenti alla scrivente organizzazione sindacale, che non hanno sottoscritto il contratto di assunzione con la ditta subentrante la EuroPromos, nella propria sede di lavoro ovvero il Palazzo del Pincio, sono stati aggrediti verbalmente con fare minaccioso e linguaggio scurrile da un sedicente responsabile di cantiere della società EuroProms». L’Ugl torna a ricordare come non sia stata data comunicazione per tempo del cambio appalto e presagisce tempi non facili, soprattutto per i lavoratori. Sulla vicenda interviene anche l’EuroProms che sottolinea come le procedure per il passaggio siano «state regolarmente esperite. Pertanto tale passaggio è da considerarsi pienamente valido e regolare. In aggiunta è stato regolarmente sottoscritto accordo sindacale di cambio d’appalto con Filcams e Fisascat che garantisce l’assunzione del personale alle medesime condizioni. La Società ha già conferito mandato al proprio legale di fiducia per la difesa nel ricorso di carattere ordinario promosso dal gestore uscente. EuroPromos non può ammettere ricostruzioni di parte che non corrispondano alla realtà dei fatti, così come riportato in alcune note stampa rispetto ad asserite “aggressioni verbali e linguaggio scurrile” attribuite impropriamente a nostri collaboratori. Rimaniamo aperti al dialogo costruttivo, ma non possiamo giustificare l’operato di un gruppo di lavoratori che non avendo sottoscritto un regolare contratto di lavoro ha voluto accedere per due giorni consecutivi ai locali lavorativi senza alcun tipo di autorizzazione».

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