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    Cronaca
    17 Marzo 2022
    ambiente Il dottor Giovanni Ghirga fa il punto all’indomani degli annunci del Governo
    «Sbagliato riaprire le centrali a carbone»

    CIVITAVECCHIA – «Riaprire le centrali a carbone è una scelta sbagliata e dannosa contro la salute, il clima, l’ambiente, l’economia e le generazioni attuali e future». Lo dichiara il dottor Giovanni Ghirga, riconosciuto esponente nazionale del fronte ambientalista e medico impegnato da sempre nella difesa della salute.

    «Una scelta che non può essere la risposta alle paventate riduzioni delle forniture di gas e all’aumento, già in atto, del costo dell’energia elettrica. Il carbone in Italia contribuisce infatti a meno del 6 % del totale della produzione energetica – aggiunge il medico – contribuisce però in maniera rilevante e inconfutabile all’inquinamento atmosferico, al surriscaldamento climatico ed è responsabile, per emissioni di polveri e gas nocivi, di malattie e morti. Si tratta di malattie respiratorie, cardiovascolari, tumori, malattie neurodegenerative e malattie del disturbi del neurosviluppo come la sindrome dello spettro autistico e i disturbi del linguaggio nei bambini. E’ assodato il rischio maggiore per questa malattie per le popolazioni residenti in prossimità di fonti di emissione dei prodotti della combustione del carbone. Le storie delle centrali a carbone di Taranto, Vado Ligure e Civitavecchia, le più note, ci hanno tristemente insegnato quanto sia dolorosa e mortifera la scia dei fumi che si alzano dai loro impianti. Non si può sfruttare strumentalmente l’attuale crisi energetica e la situazione di conflitto russo-ucraino per tornare a proporre la produzione di energia da fonti fossili ovvero: carbone, gas, biomasse e per poi risentire parlare anche di nucleare».

    Il dottor Ghirga evidenzia come «le più recenti tragedie occorse a Cernobyl e Fukushima non sono bastate – afferma – come inascoltato sembra rimanere l’esito del referendum sul nucleare in Italia. E colpevole appare sempre più oggi il non aver voluto avviare, già da trent’anni a questa parte, l’Italia verso la produzione di energia da fonti alternative ai fossili: siamo il paese del sole. Ci appelliamo quindi a tutte le società scientifiche, alle organizzazioni ambientaliste, ai cittadini – conclude la nota – perché uniscano la loro voce alla nostra così che le annunciate misure in favore della riapertura delle centrali a carbone siano ritirate e si avviino invece progetti di risparmio energico su scala nazionale e si avvii rapidamente la transizione ecologica in tutti i settori così da permettere una vita dignitosa e sana per tutti e tutte».

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