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    Politica
    18 Marzo 2022
    Cinque esponenti del Partito democratico prendono posizione: «Si dovrebbe salutare con entusiasmo un’iniziativa del genere»
    «Referendum, assordante il silenzio del Pd e dell’amministrazione sulla consultazione»

    SANTA MARINELLA – E’ frattura all’interno del Pd cittadino. A portare ad una nuova “corrente interna”, sono i cinque membri di minoranza del direttivo del partito di Letta, che chiedono una chiara posizione in merito ai project financing così come un gran numero di iscritti, che intendono dimostrare il loro dissenso sulle posizioni prese dall’amministrazione comunale di cui il Pd è partito di maggioranza. In una affollatissima assemblea a cui hanno partecipato iscritti e simpatizzanti del Pd, è stata costituita un’area all’interno del partito, espressione politica della tornata congressuale.

    “Il senso di questa iniziativa – dicono i cinque membri di minoranza del direttivo, Francesco Benci, Stefano Campo, Aldo Carletti, Stefano Massera e Luciano Venturini- è quello di dare slancio all’azione politica del Pd che spesso sembra appiattita sull’operato dell’amministrazione comunale. Anche il congresso, svoltosi a dicembre, ha evidenziato una pesante influenza degli amministratori, facendolo diventare una sorta di referendum pro o contro l’attuale amministrazione. Invece, noi pensiamo, che la politica debba percorrere una propria strada, essere libera di esprimere il proprio pensiero ed elaborare una propria strategia, nell’esclusivo interesse dei cittadini”.

    Inoltre, la minoranza del Pd cittadino, evidenzia che il partito sempre di più si sta isolando a causa di una involuzione antistorica.

    “Il Pd – dicono – ha il dovere, anche in fase prospettica, di interloquire con tutte le forze politiche di naturale riferimento, il famoso campo largo tanto caldeggiato dal segretario nazionale Letta, da qui la necessità di creare un ponte attraverso il confronto e il dialogo, dimostrando ai cittadini e alla politica della città di essere veramente il partito democratico. Forti di queste radicate convinzioni, a proposito di democrazia, riteniamo che l’amministrazione stia commettendo un grande errore di comunicazione sui referendum, che si svolgeranno il prossimo 27 marzo. Tale iniziativa è stata promossa attuando le regole votate all’unanimità dall’attuale maggioranza e merita tutto il rispetto da parte della città e di chi la amministra. Il referendum, più volte tacciato come inutile o eccessivamente dispendioso, è l’espressione di una comunità che ha sposato le regole della democrazia”.

    E un partito che si definisce democratico, fanno sapere i cinque dirigenti, non può che sollecitare in modo convinto la cittadinanza a partecipare, ad approfondire i temi che sono stati proposti e a esprimersi.

    “L’assordante silenzio del Pd e dell’amministrazione sulla consultazione referendaria – continuano i dissidenti piddini – sarebbe un clamoroso autogol. In una città governata da un sindaco di un partito che si definisce democratico si dovrebbe salutare con entusiasmo un’iniziativa del genere, nella quale i cittadini sono chiamati a esprimersi sul delicatissimo tema del ricorso a capitali privati per la gestione e la realizzazione di opere e servizi pubblici. Ricorso che, a nostro avviso, va valutato con oculatezza e trasparenza, in un p
    ercorso di condivisione con la città, con le forze politiche e le associazioni. Di qui la nostra volontà di esprimerci tempestivamente e in modo chiaro, all’interno delle regole di quello che è il nostro partito e dell’area culturale nella quale troviamo affinità: quella della democrazia. Nei partiti, nella comunità e in chi ha la ventura di amministrarla”.

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