L’AQUILA – Tredici anni fa a L’Aquila la devastazione.
Era il 6 aprile del 2009 quando, alle 3,32, la terrà tremò, inghiottendo case, palazzi, scuole e persone.
309 i morti, 56 i comuni martoriati.
Dopo due anni di sospensione causa covid, da ieri sera sono tornate le celebrazioni in onore delle vittime.
Alle 21 la fiaccolata, nell’area antistante il tribunale, in via XX Settembre, cui hanno preso parte circa 2000 persone, il Comitato familiari delle vittime e le autorità con le torce in mano.
Dopo un percorso di 800 metri, la sosta davanti all’ex Casa dello Studente, dove hanno perso la vita otto universitari. A seguire l’arrivo al Parco della Memoria, a piazzale Paoli, inaugurato lo scorso anno alla presenza del premier Mario Draghi. Qui il “braciere della memoria”, omaggiato dalla presenza di un alpino, un agente di polizia, un carabiniere, un finanziere e un agente di polizia municipale, è stato acceso da un’atleta della Nazionale ciclisti Ucraina, Valeriia Kononenko, insieme a un vigile del fuoco.
A seguire la lettura dei 309 nomi delle vittime e la celebrazione della messa cui è seguita una veglia di preghiera.
In Piazza Duomo un maxischermo ha consentito ai cittadini di assistere alla fiaccolata e alla funzione religiosa, mentre un fascio di luce azzurra, simbolo di speranza, è stato proiettato verso il cielo.
Alle 3.32, l’ora della scossa deleteria, ci sono stati i 309 rintocchi dal campanile della chiesa.
Per tutta la giornata di oggi, 6 aprile, è stato proclamato il lutto cittadino con l’esposizione a mezz’asta e listate a lutto delle bandiere sugli edifici pubblici.
“Tutta la cittadinanza – ricorda il primo cittadino – è invitata a indossare in questi giorni il Fiore della Memoria, la spilla celebrativa ideata dal Comune dell’Aquila, raffigurante un fiore di zafferano, un croco, identitario del nostro territorio, per ricordare con speranza le vittime del sisma, del Covid e di tutte le guerre”.

