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    Politica
    20 Luglio 2022
    Lazio – Nella Consiglio straordinario dedicato all’emergenza rifiuti tutti d’accordo sulla carenza di impianti di smaltimento

    ROMA – Come si intende affrontare l’emergenza rifiuti, quali impianti utilizzare? Cosa ne sarà della discarica di Roncigliano? Cosa succederà alla nuova linea del termovalorizzatore di San Vittore? Con queste domande rivolte all’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, si è aperta la seduta straordinaria del Consiglio regionale, presieduta per l’occasione dal vicepresidente Devid Porrello.

    A porre le domande all’assessore è stato Giancarlo Righini (FdI), primo firmatario di una delle due richieste che hanno portato alla seduta straordinaria di oggi. “Dal giorno in cui il sindaco Marino chiuse Malagrotta – ha attaccato il consigliere di Fratelli d’Italia – non è stato realizzato un solo nuovo impianto per gestire l’emergenza. Si è continuato a far migrare i rifiuti a costi insostenibili. Ora il sindaco Gualtieri, con una decisione antitetica rispetto a quelle contenute nel Piano rifiuti, vuole dotare Roma di un nuovo impianto di termovalorizzazione. Non vogliamo alzare barricate, ma si tratta di una scelta datata, ci sono tecnologie nuove, più avanzate”.

    Sulla stessa linea di Righini anche Antonello Aurigemma (FdI), il primo firmatario dell’altra richiesta di Consiglio straordinario. “L’impiantistica della Regione – ha dichiarato – è nettamente insufficiente, lo diciamo da anni. Secondo Valeriani i termovalorizzatori erano superati dalla storia, lo ha ripetuto più volte durante le discussioni sul Piano rifiuti. Ora dichiara sui giornali di essere favorevole. In quest’aula abbiamo visto di tutto”.

    “Se tutte le istituzioni della nostra Regione avessero discusso di rifiuti quanto noi, forse non ci troveremmo nella situazione attuale”, ha replicato l’assessore Valeriani. “Con l’approvazione della legge sugli Enti di gestione degli ambiti territoriali, adesso abbiamo una legislazione all’avanguardia rispetto al panorama nazionale – ha proseguito l’assessore –, non solo: ora le istituzioni che per legge si devono occupare della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti hanno tutti gli strumenti per lavorare. Noi abbiamo fatto i compiti e li abbiamo fatti bene. La novità positiva che ha introdotto il sindaco Gualtieri è che Roma, dopo anni di nulla assoluto, si prende le sue responsabilità: nei prossimi giorni l’amministrazione comunale presenterà un piano completo nel quale indicherà tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo dei rifiuti nel proprio territorio”.

    Il primo a intervenire nel dibattito che si aperto dopo la relazione di Valeriani è stato Giuseppe Simeone (FI), secondo il quale “la relazione di Valeriani dipinge una Regione virtuosa, di cosa si lamenta l’opposizione? La realtà, invece, è che in dieci anni Zingaretti non ha fatto nulla per superare l’emergenza. Siamo nella stessa situazione in cui eravamo quando il centrosinistra ha cominciato a governare la Regione. Cosa facciamo in attesa dell’apertura del termovalorizzatore di Roma? Nel Lazio resta soltanto una discarica aperta, continuiamo a portare i rifiuti in giro per l’Europa?”

    Opinioni opposte rispetto a quelle esposte da Marco Cacciatore (gruppo misto): “Il Piano rifiuti – ha spiegato il presidente della decima commissione – privilegia il recupero e il riciclo, incenerimento e discarica possono riguardare solo il 10 per cento del totale rifiuti, lo dicono le norme europee. La Regione ha tutti gli strumenti normativi necessari per superare l’emergenza, ora pancia a terra per ridurre i rifiuti, realizzare impianti pubblici e diffusi sul territorio”.

    Per Massimiliano Maselli (FdI) il nodo centrale resta “un Piano rifiuti totalmente inadeguato. Quello fatto dalla Giunta Polverini prevedeva quattro termovalorizzatori nel Lazio, il vostro soltanto uno. Bisogna riportare il piano rifiuti in Consiglio e adeguarlo alla realtà, programmando gli impianti necessari alla Regione. Non possiamo spendere quasi 200 milioni di euro annui per trasportare i rifiuti di Roma fuori dalla Regione”.

    “In nove anni di governo della Regione – ha accusato Davide Barillari (gruppo misto) – non siete stati in grado di andare oltre l’emergenza. Parlate ancora di termovalorizzatori, impianti che provocano tumori: altro che andare orgogliosi del lavoro fatto, l’assessore Valeriani dovrebbe vergognarsi”.

    Forti critiche alla Giunta sono state espresse anche da Pasquale Ciacciarelli e Daniele Giannini della Lega, il quale ha citato anche il caso della discarica di Magliano e le proteste dei residenti per attaccare le scelte della maggioranza in tema di rifiuti. “Specchietti per le allodole e fumo negli occhi dei cittadini – ha aggiunto Giannini – queste sono le manovre che state facendo sui rifiuti”.

    Secondo Fabrizio Ghera (FdI), si è assistito a un continuo rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune di Roma Capitale, “che ha causato il disastro che vediamo ogni giorno”. Per Ghera, la soluzione non può essere “un impianto obsoleto e vetusto come l’inceneritore, esistono invece tecnologie moderne e meno inquinanti. Una minaccia per l’ambiente del nostro territorio, così antropizzato e urbanizzato”.

    Laura Cartaginese (Lega) ha parlato di “imbarazzo” a parlare ancora di rifiuti dopo tanti anni, ricordando alla Giunta che “in quasi 10 anni di governo non siete stati all’altezza di prendere decisioni e di assumervi le vostre responsabilità”.

    Nella sua replica, l’assessore Massimiliano Valeriani ha ricordato “l’errore storico di chiudere l’impianto di Malagrotta senza rendere autonoma la Capitale dal punto di vista dell’impiantistica”, aggiungendo però che “a Roma gli ultimi impianti sono stati fatti dai sindaci di centrosinistra, da Rutelli in poi”. Valeriani ha poi precisato che “ogni volta che qualcuno vuole realizzare impianti pubblici, la discussione si sposta sulle tecnologie”. L’assessore ha aggiunto che con la legge sugli Egato è stato riempito un vuoto normativo, “ora tocca agli enti locali fare la loro parte. Si devono fare gli impianti che servono e ognuno se li deve fare a casa sua. Chi non lo fa verrà diffidato, come abbiamo già fatto, e chi continuerà a farlo verrà commissariato”.

    Subito dopo la replica di Valeriani, l’Aula ha esaminato una trentina di ordini del giorno collegati alla legge regionale sugli Egato, approvandone 23 (12 presentati da Fratelli d’Italia, 8 da Forza Italia, due dal Movimento 5 stelle e uno dalla maggioranza).