
di Simona Tenentini
VITERBO – Triste sorte quello del povero avvocato Giacomo Barelli, destinato a rimanere inascoltato nel suo filosofeggiare dispensando soluzioni epocali per lo sviluppo del territorio.
E’ successo anche stavolta.
Tema del contendere: il deposito di scorie nucleari per cui la Sogin ha individuato nella Tuscia la collocazione ideale.
Secondo lo studioso ed economista Barelli, il sito sarebbe la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi del territorio, a partire dall’indotto lavorativo.
Peccato però che a pensarla così sia il solo e l’unico. Anche nel suo stesso partito in cui ora gli si stanno scagliando tutti contro.
Ad aprire la strada, qualche giorno fa, Luisa Ciambella, candidata alla Camera per Azione, formazione di Calenda, di cui Barelli è il segretario provinciale.
La Ciambella, sollevando l’urgenza e la pericolosità di una eventuale realizzazione, ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario, per scongiurarne l’ipotesi.
Ieri, invece, è stata la volta di un comunicato congiunto di Luca Benni – Coordinatore di Azione per le aree interne della Tuscia, Montalto e Pescia Romana, Alberto Blasi – Coordinatore di Azione di Tarquinia e Massimo Paolini Coordinatore di Azione Montefiascone.
In una compatta levata di scudi i tre hanno dichiarato, in sintesi, che: “Il nostro territorio esige e merita rispetto. La Tuscia è un territorio che ha più volte messo l’interesse nazionale al di sopra di quello locale, sacrificando larghe porzioni del suo territorio per ospitare infrastrutture strategiche…..esprimiamo la nostra netta e chiara contrarietà alla possibilità della costruzione del deposito nazionale per le scorie radioattive nella Tuscia ed esprimiamo il nostro forte supporto alle amministrazioni locali e ai comitati che si oppongono alla sua costruzione, continuando nel percorso già tracciato nei mesi precedenti….. Per queste ragioni ci riteniamo distanti dal comunicato del segretario provinciale di Azione Giacomo Barelli, il quale si è espresso in maniera del tutto personale senza essersi confrontato e condiviso nulla con i coordinatori locali, agendo di sua iniziativa….”
Chissà cosa pensa il leader Calenda di questo terremoto interno al suo partito in terra di Tuscia e del suo segretario solitario Barelli che continua, ostinato, ad abbaiare alla luna?