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    Politica
    25 Gennaio 2023
    Regionali, l’affondo della Bianchi contro il Pd: “La rottura l’hanno decisa loro. E Calenda…”

    di Marco Gubetti

    CIVITAVECCHIA – C’era una volta il “Campo largo” di lettiana memoria. C’era. Perché oggi, anche a sentire la mite candidata pentastellata alla Regione Lazio, Donatella Bianchi, non c’è più e chissà se – almeno a livello regionale – potrà esserci in futuro. La colpa? E’ solo del Pd. “Mi sembra giusto chiarire una volta per tutte – dice la Bianchi durante la presentazione dei candidati e del programma di 5Stelle e Polo progressista a Civitavecchia – che nel Lazio la rottura dell’alleanza nel campo largo a sinistra sia stato da noi totalmente subito. Si è lavorato per molte settimane per cercare di individuare un candidato unico. Dopodiché è arrivata, improvvisa, la candidatura di Alessio D’Amato (molto caldeggiata per non dire imposta da Calenda) che già da tempo si era fatto sostenitore di istanze e valori del tutto contrari all’ambientalismo e alla politica green che da sempre caratterizzano l’azione politica del Movimento 5Stelle. Rigassificatori e inceneritori venivano e vengono continuamente messi da D’Amato e da tutto il Pd come punti qualificanti del programma per la Regione Lazio. Per il Movimento non era accettabile e così, dopo ulteriori settimane di inutili trattative, è arrivata la mia candidatura. In sostanza, il Pd nel Lazio ha scelto di stare dalla parte di chi vuole tornare indietro, abbandonando la via maestra della transizione ecologica”. Tutto giusto. A questo punto, però, resta da capire come mai, a fronte di tale incolmabile distanza politica, Movimento e Pd ancora oggi, 25 gennaio, restino insieme alla guida delle Regione, condividendo responsabilità e posti di comando.

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