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    Politica
    7 Febbraio 2023
    Arsenico: Panunzi lancia l’idea della miscelazione delle acque, la stessa che aveva già lanciato nel 2014

    di Simona Tenentini

    VITERBO – Acqua azzurra, acqua chiara.

    L’ossessione del consigliere regionale Pd Enrico Panunzi su fonti idriche incontaminate è un chiodo fisso che lo tormenta da oltre dieci anni.

    Senza, purtroppo, ottenere risultati (come spesso succede).

    In questi giorni, ci ha riprovato.

    ”Dei 170 milioni di euro per potenziare la rete idrica del Reatino, oltre la metà saranno destinati al progetto ”Acqua bene comune”, che risolverà definitivamente il problema dell’arsenico nei comuni della zona sud del Viterbese”. Lo sottolinea Enrico Panunzi, candidato consigliere alla regione Lazio del Partito Democratico alle elezioni del 12 e 13 febbraio. I fondi fanno parte del Piano nazionale resistenza e resilienza e dei Progetti di programmazione europea della Regione Lazio.

    ”Dalla sorgente del Peschiera, infatti, con una derivazione a Magliano Sabina, verrà portata acqua priva di arsenico nella parte meridionale della nostra provincia – sottolinea Panunzi -. Si partirà da una portata iniziale di 200 litri al secondo per poi salire a 500. Esprimo quindi soddisfazione per quanto annunciato, perché come consigliere regionale ho sempre posto molta attenzione su questa vicenda così complessa. Nel luglio del 2021, il consiglio regionale del Lazio approvò un mio ordine del giorno, in cui chiedevo la programmazione di investimenti per interventi strutturali per la miscelazione delle acque e la drastica riduzione degli elevati costi riconducibili alla manutenzione dei dearsenificatori. Da questo atto ho poi seguito l’evoluzione della progettazione per il finanziamento della derivazione di Magliano Sabina che sarà a servizio del nostro territorio”.

    Una miscelazione delle acque che tormenta il consigliere regionale già dal 2014.

    Queste le sue dichiarazioni in un’intervista al Messaggero del 12 luglio 2014.

    “L’idea gira da un po’: miscelare le acque della Tuscia con quelle prive di arsenico per abbassarne i livelli. “E’ la soluzione definitiva e non tampone, al contrario dei dearsenificatori che hanno solo sei anni di vita”, assicura il consigliere regionale del Pd Enrico Panunzi. Di nuovo ci sono i soldi, quei 110 milioni di fondi europei tirati fuori dalla Regione dopo l’apertura della procedura di infrazione all’Italia da parte dell’Ue. Di che si tratta? “C’è un plafond che riguarda i temi ambientali – dice Panunzi – da cui si attingere per dare una risposta definitiva al problema dell’arsenico. Gli studi ci sono”. E parlano di “connessioni con il lago di Bolsena e con l’acquedotto del Peschiera.

    La prima strada sarebbe la meno costosa, poiché le reti esistono già. L’altra passerebbe nell’area sud della provincia, ma occorre lavorarci”. Ecco la spiegazione alla nota della Regione che parla di “fondi europei per 110 milioni anche per opere finalizzate a un assetto più stabile e definitivo, attraverso la creazione di nuove connessioni tra acquedotti finalizzate alla miscelazioni di acque provenienti da siti diversi, così da addolcire la presenza di arsenico”.

    “Così – continua Panunzi – si è cercato di dare una risposta programmatica sui fondi europei”. E poi replica indirettamente al collega del Ncd, Daniele Sabatini, che aveva legato l’iniziativa dell’Ue al lassismo della giunta Zingaretti. “La nostra – conclude – è una proposta strutturale su cui lavoriamo da un anno anche con simulazioni. Per il resto potevamo solo portare a compimento il progetto della precedente giunta, basato su impianti dalla vita breve e con manutenzione costosa”.