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    Sanità
    28 Febbraio 2023
    Lazio – Sanità, disastro regione su prenotazioni e rispetto tempi

    ROMA – E’ uno dei problemi più sentiti dai cittadini che hanno necessità di curarsi: le liste d’attesa per esami e visite. Cittadinanzattiva Lazio ha condotto un monitoraggio del sistema sanitario regionale nel periodo 15-25 febbraio e il quadro che emerge è una bocciatura su molti punti: “La non osservanza dei tempi è la regola”, spiega l’associazione. “Il 36,5% ha segnalato la difficoltà a prenotare prestazioni sanitarie – sottolinea – Il 17,6% ha segnalato due distinte problematiche: tempi lunghi di attesa al Cup per parlare con operatori e mancato rispetto dei codici di priorità previste (le famose letterine U, B, D, P). Il 10,8% delle segnalazioni riguardano la voce del ‘Medico che non prenota/prescrive successivi controlli’. Via via con percentuali molto più basse le altre voci”. “Con il 42,5% – evidenzia il report – gli esami diagnostici sono la prima voce segnalata come maggiormente problematica dai cittadini, seguita con il 28,8% dalle prime visite specialistiche, con l’8,2% dagli interventi chirurgici, con il 5,5% da visite di controllo-follow up, con il 4,1% dagli screening oncologici e via via tutte le altre voci”. Hanno partecipato al monitoraggio 534 cittadini, il 68,1% donne. Il 49,3% è over 65, il 19,2% ha un’età compresa tra 55 e 64 anni, il 17,8% ha tra 45 e 54 anni, il 12,3% tra 31 e 44 anni. Il 79,7% risiede nella provincia di Roma, l’8,1% nelle province di Latina e Frosinone, il 4,1% nella provincia di Viterbo. Non ci sono risposte nella provincia di Rieti. Quanto alle Asl di residenza, la Asl Roma 1 totalizza un 27% di risposte, l’Asl Roma 3 un 16,2%, l’Asl Roma 4 un 14,9%, l’Asl Roma 2 un 13,5%. Via via tutte le altre Asl territoriali.

    “Abbiamo chiesto – prosegue Cittadinanzattiva – se la prestazione avesse rispettato i tempi della prescrizione contenuta nella ricetta (‘U’ urgente entro 3 giorni, ‘B’ breve entro 10 giorni, ‘D’ differibile entro 30 giorni, ‘P’ programmata entro 120 giorni). Il dato è stato che per tutte e 4 le tipologie la non osservanza dei tempi è la regola, con un rapporto di una rispettata ogni 2 non rispettata per la tipologia urgente, una a 3 per la breve, una a 5 per la differita, una a 2 per la programmata”. In merito alla distanza dal luogo di residenza, “abbiamo voluto capire dove si andasse a fare le prestazioni pubbliche – continua Cittadinanzattiva – Il 35,7% dei rispondenti è dovuto andare in una Asl differente dalla propria; il 28,6% è andato in un Distretto della propria Asl, ma non nel proprio di residenza; il 21,4% ha trovato la prestazione nel proprio distretto di residenza. Abbiamo quindi chiesto se la prestazione è stata fatta o meno: il 41,4% ha fatto la prestazione nel pubblico; il 20% l’ha fatta in intramoenia; un altro 20% non ha fatto la prestazione; l’8,6% ha fatto la prestazione in extramoenia; il 5,7% ha fatto la prestazione fuori regione. Via via le altre voci, con percentuali più basse”. Per chi non ha fatto la prestazione, qual è stato il motivo? “Per il 50% distanza troppo importante dal luogo di residenza; per il 18,4% la disponibilità economica; per il 15,8% la disponibilità di tempo”, emerge dal monitoraggio. Ancora: “Il 79,3% ha fatto la prestazione in intramoenia perché non aveva garanzia che nel pubblico avrebbe fatto in tempo la prestazione; il 13,8% è stato inviato dal Cup per tempi lunghi nel pubblico; il 6,9% ha fatto intramoenia per libera scelta”