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    Salute
    21 Marzo 2023
    Le saggezze della Psiche nella forma di nevrosi – parte quarta

    Roma – I meccanismi di difesa sono delle strategie, sono strategie dell’inconscio per nascondere l’angoscia a sé stessi e agli altri e nella stragrande maggioranza dei casi, il meccanismo di difesa si forma quando è il super io a prendere il sopravvento sull’io, relegando ovviamente l’es la parte più istintiva nelle cavità più profonde dell’inconscio. Tutti noi, in maniera diversa, ogni giorno sfruttiamo o siamo vittime dei meccanismi di difesa, meccanismi di difesa che noi chiamiamo nevrosi. A questo punto possiamo proprio dire che le nevrosi sono la risultanza di quanto il super io abbia preso il sopravvento sull’io per tutta una serie di motivazioni date dal non superamento del complesso di Edipo e di Elettra, di educazioni che hanno forviato un indice di accomodamento e un indice di morbidezza e quindi hanno portato l’individuo a credere di non essere adeguato e conseguentemente a rincorrere l’idea di perfezione, dando al super io un campo di azione enorme. In questi ultimi anni vissuti assolutamente fuori dai canoni esistenziali più conosciuti e con i quali abbiamo avuto a che fare, si sono sviluppate le nevrosi. Questo sviluppo si contestualizza perfettamente in modo concreto e assolutamente comprensibile perché siamo stati di fronte al vivere una personalità che prima d’ora non avevamo mai fatto quindi siamo di fronte all’inconscio e quindi come l’abbiamo affrontata questa grande rigidità? Con grande poca plasticità con pochissimo senso di accoglienza, perché la situazione pandemica che abbiamo vissuto si è basata sull’incapacità e sulla difficoltà che normalmente abbiamo in questi contesti, di superare una situazione fuori dal normale, fuori dal prevedibile, direi ingestibile, quindi in qualsivoglia situazione se non conosciamo le potenzialità future, le proiezioni, noi siamo costretti a irrigidirci e a seguire dettagliatamente delle regole che non sempre ci rendono la vita facile ma che ci mettono nelle condizioni di aumentare quello stato di angoscia fino a sviluppare le paure, quindi le nevrosi sono la risposta a quanta difficoltà percepiamo nel cercare di adattarci ad un contesto che non rientra nel nostro immaginario, nelle nostre aspettative nel nostro modo di immaginare e progettare le strategie di adattamento a eventi o contesti o esperienze di vita. Questo fantomatico super io che domina sulla nostra capacità di adattarci con una nuova personalità e di essere con una nuova maschera e cioè con un nuovo io, è l’essere sempre stati abituati a pensare che bisogna essere sempre perfetti in ogni contesto, in ogni momento, in ogni situazione con tutti e quindi non riuscire ad essere elastici adattabili con un io morbido, con un io accogliente, capace di scivolare dove necessario, di resistere quando la storia si fa dura, di incassare per non romperci, di lasciare per non consumarci di superare un disagio o un’avversità anche senza l’arroganza di riuscirci a tutti costi. Ecco che qui prende forma il concetto di ammortizzamento che si sposa perfettamente con il principio di adattabilità e plasticità di cui dovrebbe essere formato il nostro io ed è proprio sul principio di ammortizzamento che ho scelto di descrivervi quali sono le aree corporee che riescono ad ammortizzare tutte queste faccende complicate, contorte, pesanti che la vita ci presenta e che la vita ci mette tra le mani non tanto per farci soffrire, ma per darci l’opportunità di superarle nel modo più compatibile con il nostro modo di essere e di sentirci.L’individuo uomo, all’interno del suo corpo custodisce delle coppe che fungono da sostegni ma soprattutto da mediatori anzi da mediatrici visto che sto parlando di coppe, significa che queste coppe hanno la capacità di interporsi tra ciò che noi percepiamo dentro di noi e ciò che percepiamo all’esterno di noi, ciò che è dentro si riferisce a cosa proviamo, a quali pulsioni si scatenano, come le sappiamo gestire, quanto le razionalizziamo e come le potremmo definire o usare  e sono una caratteristica dell’es, ciò che è fuori si riferisce invece a ciò che crediamo gli altri si aspettano da noi, ciò che vogliamo dimostrare ciò che pensiamo sia giusto magari far vedere, ciò che gli altri vogliono e pretendono da noi caratteristica del super io, ecco proprio nel mezzo l’io costruisce la sua vera natura quella con cui affrontare le avversità permettendoci di plasmarci ai contesti più difficili costruendo anche una nuova identità capace di reinventare un modello esistenziale diverso da quello percepito e conosciuto, tutto questo si chiama plasticità, si chiama duttilità esattamente il contrario di rigidità, di durezza, di inflessibilità quindi ogni elemento del tao l’elemento legno, l’elemento fuoco, l’elemento terra, l’elemento metallo, l’elemento acqua e ogni energia che scaturisce da un elemento ha a disposizione nel corpo una cupola con la quale si può gestire tutto: l’abbondanza o la carestia, il troppo o il pieno, il vecchio e il nuovo, il conosciuto e lo sconosciuto permettendoci di occupare il più possibile quel territorio nel quale far stare comode, tutte le nostre esigenze i nostri bisogni, il nostro esistere e anche l’esistere ai bisogni degli altri.Nelle nevrosi e quindi nell’ elemento verde, questa cupola occupa lo spazio mediano del corpo, lo spazio che divide la parte alta, dalla parte bassa, quello spazio che stabilisce l’unione tra il sentire e la pulsione, il percepire l’emozione che arriva dalla parte bassa del corpo(l’es) e creare quello spazio adeguato che voglio occupare con gli altri, tra gli altri ma anche qual è lo spazio che concedo agli altri. Entrambe queste condizioni sono elaborazioni della parte alta del corpo quindi della parte più razionale, della parte più legata al super io, questa cupola mediana che corrispondente all’io e che media tra l’es e il super io è il diaframma toracico.In tutto il corpo abbiamo cinque cupole o per meglio definirle abbiamo cinque diaframmi che sono il diaframma cranico, il diaframma del palato, il diaframma toracico, il diaframma pelvico e il diaframma plantare ed interagiscono tutti con le emozioni che noi siamo in grado di percepire.In relazione alle nevrosi prendiamo in considerazione il diaframma toracico in rapporto con il principio di ammortizzamento, il principio di morbidezza e il principio di personalità.La sua funzione ci farà comprendere il senso che poi sarà quello di tutti gli altri diaframmi. L’ingegneria ci insegna che un palazzo per stare insieme e svilupparsi verso l’alto ha bisogno di strutture orizzontali che servono per tenerlo insieme e stabilizzarlo proprio nella sua trasversalità, queste strutture nel corpo umano vengono rappresentate dai diaframmi. Il diaframma toracico si presenta come una cupola muscolo-tendinea che separa il torace dall’addome, è divisibile in due porzioni una centrale tendinea da immaginare proprio come una cupola che si trova al di sotto del torace, che viene chiamata centro frenico ed una periferia muscolare che si sviluppa coinvolgendo la gabbia toracica bassa che è di origine muscolare e le porzioni muscolari hanno varie inserzioni vertebrali costali e sternali. Il diaframma toracico ha una forma irregolare perché è più largo in senso laterale in senso antero-posteriore ed è più alto sul lato destro per la presenza del fegato, importante capire che la sua origine, durante la fase embrionale si forma rispettando la dimensione del fegato motivo per cui il diaframma rispetta la dimensione più grande del fegato e perciò si adatta a questo. La plasticità del diaframma gli permette di capire qual è l’organo più importante del nostro sistema metabolico e quindi gli da lo spazio più possibile e quindi sulla parte desta il diaframma è accomodato sull’organo più grande che abbiamo all’interno della cavità addominale. Ovviamente il diaframma assume particolare importanza per i rapporti che ha con le altre strutture del sistema neurovegetativo, insieme all’esofago da lì passano attraverso il diaframma i nervi vaghi, c’è una correlazione ovviamente con il fattore respiratorio, con il fattore digestivo quindi le relazioni anche pressoria tra torace e addome vengono assolutamente controllate dal diaframma, il quale riveste una grandissima importanza sul piano emozionale quindi è vero che esiste un modo di rappresentare le caratteristiche per definire un grosso stress emotivo, tipo quando ci manca il respiro oppure quando ci sembra di aver ricevuto un pugno nello stomaco, sono tutte affermazioni che facciamo quando abbiamo la percezione che qualche cosa all’interno sotto la gabbia toracica si stia contraendo, più che il polmone più che lo stomaco è il diaframma che a fronte di uno shock e di una grande tensione emotiva risponde primariamente. Quindi tutti gli shock emotivi come quelli fisici condizionano inevitabilmente la struttura diaframmatica e si memorizzano sui tessuti diaframmatici. Quindi questa grande importante cupola diaframmatica è il territorio dove l’io mette le sue radici, perché il ruolo dell’io è quello di stare nel mezzo tra la pulsione e la ragione, tra l’innato e il costruito, tra il percepito e il pensato, tra l’emozione e la razionalità, tra il caldo e il freddo della nostra personalità, quindi l’io e il diaframma rappresentano il territorio centrale, il fulcro nel quale si costruiscono durante l’infanzia, dalla nascita alla pubertà, tutti i parametri che si definiscono gli strumenti per imbastire la personalità, con la quale crescere nella consapevolezza di poter affrontare la vita, i suoi accadimenti con la forza, il vigore e la potenza per reagire e promuovere i cambiamenti, le trasformazioni di cui si ha bisogno durante tutto l’arco dell’esistenza, perciò possiamo dire che la personalità si forma tra le pieghe diaframmatiche del nostro io.Il prossimo martedì finiremo l’argomento nevrosi parlandovi del diaframma e di come noi operatori del Metodo lo trattiamo. BB

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