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    Cronaca
    22 Marzo 2023
    Falvaterra – Fusto petrolifero del 1929 recuperato nelle grotte del centro ciociaro

    ROMA – Nel corso di un’esercitazione effettuato dallo Speleoclub Roma e dal Soccorso Speleologico del Lazio è stato recuperato, all’interno delle grotte di Falvaterra, un fusto in acciaio risalente al 1929, parte delle attrezzature della ‘Società Italo Americana per Petrolio – 1929’ che all’inizio del secolo scorso aveva realizzato una serie di pozzi per l’estrazione del petrolio in provincia di Frosinone.

    Il fusto ha un peso di circa 50 chili e reca su un fianco la dicitura ancora ben leggibile ‘Società Italo Americana per Petrolio – 1929″. Il reperto industriale verrà esposto nell’Ecomuseo delle Grotte di Falvaterra.

    Il recupero è avvenuto nell’ambito delle attività di esplorazione delle grotte di Falvaterra, condotte in collaborazione con Legambiente e Società speleologica italiana. La provincia di Frosinone è stata al centro delle estrazioni petrolifere in due diverse fasi: a fine Ottocento e poi negli anni Venti del 900. Nell’area di Falvaterra – San Giovanni Incarico il primo pozzo fu realizzato nel 1872 e venne chiamato “Stoppani” in omaggio al celebre geologo che ne aveva consigliato lo scavo. Nel 1878 si giunse a una produzione di 4.454 quintali di petrolio dei quali 2.236 dati dal pozzo di “Sant’Antonio”. Nel quindicennio 1873-1888 la produzione complessiva fu di 9.014 quintali. In seguito la quantità andò diminuendo. Nel 1914 la miniera fu acquistata dalla società “Petroli d’Italia” di Milano. Le trivellazioni furono effettuate con criteri moderni ed estese fino a notevoli profondità. Alla metà degli anni trenta la società milanese aveva scavato 23 pozzi nella zona della “Petroliara” e altri due nella “Farnesina” e nel ventennio 1915-1935 la produzione complessiva fu di 160 mila quintali. “Il recupero è avvenuto nell’ambito delle attività di esplorazione e monitoraggio che svolgiamo da circa vent’anni. Ci restituisce una rarissima testimonianza di archeologia industriale per un’area ed un’attività che molti hanno dimenticato” evidenzia Augusto Caré, responsabile delle grotte.