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    Cronaca
    31 Marzo 2023
    Arce – Omicidio Mollicone, per i pm analogie con il caso Vannini. Va ascoltato il superteste

    ARCE – L’assassino (o gli assassini) di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001, non ha ancora un nome. La sentenza di primo grado del 15 luglio scorso della corte d’assise di Cassino ha assolto per insufficienza di prove Franco Mottola, ex comandante della caserma dei Carabinieri di Arce, il figlio Marco, la moglie Anna Maria e, dal reato di favoreggiamento, i due carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.

    I Pm, nel ricorso di impugnazione della sentenza di primo grado che la procura di Cassino ha trasmesso alla corte d’assise d’appello di Roma, replicano punto per punto alle motivazioni redatte dalla corte d’assise di Cassino. Con un importante riferimento ad un caso simile: il caso di Serena Mollicone è uguale alla vicenda di Marco Vannini, il giovane di Cerveteri lasciato morire nel maggio del 2015 dopo essere stato centrato da un colpo di pistola sparato da Antonio Ciontoli, senza che il resto della famiglia della sua fidanzata si desse da fare per attivare i soccorsi.

    I firmatari del ricorso, il procuratore capo Luciano d’Emmanuele ed il pm Maria Beatrice Siravo sottolineano come hanno fatto i Ciontoli per Vannini, anche i Mottola (padre, madre e figlio) avrebbero lasciato “consapevolmente agonizzare per un certo tempo” la diciottenne anziché’ chiamare i soccorsi perché’ “la loro unica preoccupazione” sarebbe stata quella di “cercare i mezzi per il suo confezionamento, ossia il nastro adesivo, la busta e il fil di ferro, strumenti che devono essere necessariamente reperiti fuori casa per evitare la presenza di impronte”. E ancora: “Hanno deciso di abbandonarla a se stessa per poi toglierle definitivamente la vita”.

    Nel documento la procura di Cassino torna a insistere sulla testimonianza di Ramon Iommi, il barbiere di Arce che nel giugno del 2001, pochi giorni prima del funerale di Serena, ha tagliato i capelli di Marco Mottola. Una deposizione questa di Ramon che era stata inserita anche nel processo di primo grado ma che non era stata ritenuta utile dal presidente della corte Massimo Capurso. Perché’ la figura di Iommi e’ tanto importante? Perché’ l’unico testimone vero del processo, il carrozziere Carmine Belli, ha sempre riferito di aver visto parlare Serena Mollicone, poche ore prima della sua scomparsa, con un giovane biondino e con i capelli lunghi e con le meches. Quelle stesse meches che il barbiere Iommi aveva fatto a Marco Mottola nel mese di maggio e che poi taglia nei giorni successivi al ritrovamento del corpo di Serena. Un dettaglio mai emerso e che secondo la procura rappresenta un ulteriore elemento che inchioderebbe il figlio dell’allora comandante dei carabinieri della caserma di Arce alle proprie responsabilità.

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