Non solo Europa League. La Roma vuole essere protagonista della corsa alla Champions anche in campionato, che resta pane quotidiano e obiettivo stagionale. In attesa di eventuali ricorsi vinti dalla Juventus, che potrebbe restituire alla corsa stessa un avversario di grande blasone, Mourinho batte il suo Stankovic, aggancia la sua Inter in quarta posizione e resta ad un punto di distanza dal Milan.
La Roma c’è. Con le sue armi. Compattezza, squadra fisica, tosta, mourinhana, palle inattive e sviluppi di schemi. Peccato per gli attaccanti, che in staffetta faticano a sbloccarsi: ancora a secco Abraham e Belotti. Ma Mou riabbraccia una potenza e lamenta la sua pesantissima assenza per tutta la prima parte di stagione: finalmente Gini Wijnaldum, tornato ai vecchi fasti, sarà protagonista della nostra Serie A. Inserimento, gol decisivo di testa, rigore conquistato. Un palo, nel primo tempo. Già due gol in due settimane.
Con l’esperienza e la maturità delle grandi squadre la Roma batte 3-0 i penultimi della classe, la stessa Sampdoria. Aspettando e colpendo nella ripresa, sfruttando come sanno fare le big alla grande l’uomo in più. Meglio Pellegrini, bene come sempre Dybala. Chi entra incide, altro aspetto positivo, in una rosa necessariamente più grande in cui attingere in un finale di stagione così fitto e contratto nel rapporto giovedì/domenica come vogliono le ambizioni giallorosse. Anche la Roma riparte bene: sorrisoni in un Olimpico, come sempre, tutto esaurito.

