di Simona Tenentini
SUTRI – Vittorio Sgarbi e Matteo Amori, un idillio scoppiato nel 2018 e finito miseramente qualche mese dopo.
Tra i due, entrambi candidati a sindaco di Sutri, sono volate recentemente parole grosse, anche se, in realtà, queste scintille al vetriolo hanno origine ben più lontana.
La precedente tornata amministrativa, nel giugno del 2018, sancì l’elezione di Vittorio Sgarbi a sindaco di Sutri e di Matteo Amori a consigliere di maggioranza.
Dopo soli due mesi, ad agosto, i primi segnali di crisi: il primo cittadino presenta addirittura un esposto contro il suo giovane collega parlando di “aggressione fascista” nei suoi confronti e dichiarando: “Sono stato sopraffatto da una serie di insulti come: “non conti un cazzo”, “sei l’ultimo dei coglioni”, “stronzo”, “hai rotto il cazzo”.
E aggiungendo: “A Sutri un potere affine a quello mafioso, sono pronto a chiedere al prefetto di sciogliere il comune”.
“Il signor Amori – spiega Sgarbi – deve dimettersi da consigliere. Che vada all’opposizione, non me ne frega niente. Uno così non lo voglio vedere neanche dipinto. Se si presenta in consiglio, chiamo i carabinieri per cacciarlo via. Questa è la mia posizione, nessuna mediazione”.
Ora, a distanza di cinque anni e a pochi mesi dalle elezioni, la storia si ripete.
Matteo Amori, sostenuto da Fratelli d’Italia e Forza Italia ha annunciato la sua candidatura e Sgarbi non ha certo fatto aspettare una sua replica.
“Quando sono diventato sindaco – dichiara in un’intervista al Corriere – Sutri era nell’oblio totale: ora, grazie al livello culturale che abbiamo portato, è protagonista anche all’estero”.
“Se mi ricandidassi – prosegue – vincerei senza problemi. Ma se, per amministrare uno dei gioielli della Francigena, Fratelli d’Italia sceglie un impresentabile, io dico che con uno di questo livello culturale e umano nemmeno mi ci misuro”. O lui o me.
Conoscendo Sgarbi sicuramente non mancheranno ulteriori colpi di scena.

