L’attesa è terminata. Discussa, chiacchierata, aspettata, sognata. Stasera Milan-Napoli, quella più determinante, quella più prestigiosa. Lo 0-4 rossonero è stato senz’altro mediatico, una gara classifica alla mano più di impatto però verso la prossima corsa Champions che per discutere lo strameritato scudetto partenopeo.
Resta però inevitabilmente quella di oggi la gara che le due piazze aspettano di più. Il Milan avrà ritorno in trasferta ma, come evidenziato pur di recente, la tradizione rossonera all’ex San Paolo ora Maradona è straordinariamente storica e positiva. In Champions s’annulla tutto, nel doppio scontro non sussistono minimamente le 22 lunghezze di distacco in campionato. In Champions quella sinfonia narra storia e tradizione, quelle 7 dei campioni rossonere potrebbero far la differenza.
Nel Napoli manca altresì la punta di diamante, Victor Osimhen, come noto ancora fuori dalla lista dei convocati, che punta a rientrare martedì prossimo dal primo minuto al Maradona. Non c’è nemmeno Simeone, che si fa male nella sua più prestigiosa occasione. C’è solo Raspadori, pure lui non al meglio, per questo Spalletti sembrerebbe aver provato nella rifinitura un’altra genialata delle sue: Elmas falso nueve. Il Napoli resta Napoli, calcio spallettiano a dominar l’Europa, pronti Zielisnky e super Kvara ad attaccare la profondità e minacciare il popolo rossonero.
Dall’altra parte stavolta nessuna pretattica. Grande fiducia nell’ambiente, ma pochi scherzi e nessun cambio: tornano tutti i titolari. Pioli rilancia chiaramente Leao e Giroud, dopo le misere risposte ottenute da Rebic e Origi e dai due punti persi con l’Empoli. Serve il Milan scudettato, quello delle grandi occasioni. Il popolo risponderà presente. San Siro prevede coreografia e solito frastuono da 7 coppe dei campioni. Primo atto stasera, ritorno martedì al Maradona. Futuro, campionato e altri discorsi stasera lasceranno il tempo che trovano.

