Vigilia rossonera. Tormentata. Squadra partita ieri pomeriggio direzione Napoli, poi seduta e sgambatura al Maradona, prima di cena e far rientro nel suo Hotel. Sgamato dai tifosi azzurri: centinaia di napoletani sotto la struttura dove alloggiano i rossoneri, cori intonati a gran voce e soprattutto fuochi d’artificio a disturbare il sonno dei calciatori milanisti. Ma sembrerebbe che il Milan, preparato a tutto questo, abbia scelto proprio un hotel che vantasse camere insonorizzate: se fosse confermato, sonni tranquilli eccome.
Il Milan senza paura. Ha già mostrato personalità, ha già battuto la capolista due volte su due negli ultimi 10 giorni: prima il sonoro 4-0 in campionato, poi il primo atto del quarto di Champions a San Siro. Ormai in chiaro: in Champions non esiste tutta quella distanza che c’è in campionato. Si gioca alla pari. Nella speranza rossonera che possa spirare storia. E stasera l’atto secondo, quello della verità. Del trittico delle gare roventi sull’asse Milano-Napoli, questo è nettamente quello più rilevante, decisivo, rovente. Rovente come l’atmosfera che attenderà stasera i rossoneri al Maradona. Sarà una muraglia azzurra, clima incandescente e attesa spasmodica. Contro la marea partenopea il Milan dovrà tirar fuori artigli, personalità, quella di chi sa che in terra domestica sta sì per abdicare, ma resta sempre Campione d’Italia. Che in Europa si scrive Milan ma si legge storia, dall’alto delle sue sette coppe dei campioni. Mai avversario banale. Per nessuno.
Qualche settimana fa Pioli sussurrò in sala stampa a Milanello quanto e come la stagione sarebbe potuta ancor esser straordinaria. Forse ci credeva. Una delle notti più importanti della sua carriera: mai in semifinale. Quel sogno del doppio confronto con l’Inter, come 20 anni fa esatti. Meditando Instanbul. Semifinali che mancano da Milanello ormai da ben 16 anni fa: l’ultima volta fu 2007, rivincita d’Atene. Pioli confermerà esperienza e 4231: Kjaer esperienza vichinga determinante in occasioni come queste, così come Giroud smaltiti gli ultimi acciacchi titolarissimo davanti a Leao, Diaz e probabilmente centrocampo a 3, più folto, col trio tattico Tonali, Krunic e Bennacer, decisivo all’andata. Serve restare sul pezzo, con personalità, qualsiasi cosa succeda. Due popoli a confronto. Vinca il calcio italiano.

