Sicurezza Real. Madrid corsaro pure a Londra: battuto ancora il Chelsea, nettamente, seriamente, tra andata e ritorno. 2-0 all’andata, 2-0 al ritorno. Nona semifinale di Champions per un Ancelotti leggendario, che sogna di arrivare fino in fondo e rivincere per la quinta volta e seconda consecutiva quella Coppa dalle grandi orecchie, ormai casa sua. Sperando di non trovarsi di fronte al suo derby del cuore, quello col Milan, ad Instanbul. Ancelotti stacca Mourinho fermo a 8 e conquista dunque la sua nona semifinale, come detto; stasera Guardiola, che medita rivincita su Carletto al prossimo turno, può conquistare la decima e tornare in vetta solitaria. Si parla di istituzioni e livelli chiaramente elitari.

Elitari come i Blancos, capaci di rimescolare carte e ringiovanire rosa: ormai esplosi Vinicius e Valverde, ieri la notte internazionale di Rodrygo, devastante nella ripresa, colui che ha rotto gli equilibri e nel secondo tempo trafitto due volte la piccola resistenza dei Blues. C’è l’esperienza di Carlo, come sempre quella di Modric e Benzema, per resto squadra giovane e già forte, tra le migliori. Il futuro sarà sempre suo: rimpasto perfettamente calibrato. Anche perchè è una squadra completa: che gestisce, amministra e sa colpirti al momento giusto come ieri sera, dettami di grande maturità.

Chelsea che sognava la remuntada per dar ancora sogni e senso ad una stagione di disastrosa transizione: fuori da tutto, mesto a metà classifica in Premier al desolante undicesimo posto. Desolante come traghettatore Lampard: 4 sconfitte su 4 una volta preso il posto di Potter. Il paradosso del mondo Blues: presente desolante, futuro raggiante. Come mostrano gli investimenti della nuova proprietà USA targata Boehly. Il futuro sarà radioso, ma adesso serve chiudere quel capitolo chiamato 22/23 in maniera possibilmente dignitosa. Specialmente se ti chiami Chelsea FC.