Era tutto pronto. Soprattutto dopo la rimontona dell’Inter sulla Lazio. Un popolo pronto per l’esplosione. Un Maradona delle grandissime occasioni. Bambini e bandiere. Spettacolo vero. Bastava battere la Salernitana. Invece straordinario derby e sorpresone all’ultimo respiro.

Primo tempo di marca azzurra, senza però mai trovato il varco giusto, quello che sblocca la partita. Allora Spalletti rinsalda il team che nella ripresa inizia l’assalto, assalto premiato da chi non t’aspetti: colpo di testa di Oliveira su corner. Delirio puro. La gente scende già per le strade, ma il raddoppio non arriva. Osimhen chiuso, Kvara divora due o tre possibilità clamorose. E nel finale, il siluro perfetto, quello di Dia, che trafigge cuori e sentimento azzurro e regala un punto straordinario ad una Salernitana mai doma, venuta a Napoli tutt’altro che per recitare il ruolo di vittima sacrificale. Silenziosamente ruggisce la panchina di Paulo Sousa, che strappa un punto pesantissimo in chiave salvezza, stacca l’Empoli e vola a +7 sul terzultimo posto.

A nulla vale l’assalto finale: urlo strozzato, festa Scudetto rinviata. Azzurri che torneranno in campo giovedì a Udine: Spalletti potrebbe festeggiare nel suo Friuli, storia nella storia. Ma intanto, per stasera, celebrazioni rinviate. Dopo 33 anni, si può anche aspettare alti 4 giorni: sarà ancora più bello, per quello che resterà uno degli Scudetti e cavalcate più belle degli ultimi anni di Serie A.