Non era al top della condizione, era chiaro. Avrebbe voluto imporre ancora il suo dominio a Roma, stavolta non è andata così. Non è bastato evidentemente conquistare il suo 17simo quarto di finale agli Internazionali capitolini in altrettante occasioni disputate in carriera, Djokovic abdica. Passa Rune, colpo grosso, mediatico, in tre set: 6-2, 4-6, 6-4. Personalità da vendere, a dir la verità non apprezzata da tutti, soprattutto dagli arbitri, bersagli delle sue vibranti proteste durante diverse ultime gare. “Ti pagano per sbagliare?” sembrerebbe aver detto al direttore di gara anche ieri, pur contro Djokovic, tra stupore e incredulità del serbo.
Partita comunque incredibile, evidentemente stregata per il numero uno al mondo (da martedì numero due): match interrotto più volte per pioggia. Il danese vola in semifinale a Roma per la prima volta in carriera: sarà derby scandinavo col norvegese Ruud, che ha vendicato Sinner, battendo l’argentino Cerundolo in due set, rispettivamente 7-6, 6-4.
L’impressione netta a questo punto è che il vincitore della competizione uscirà proprio da qui. Oggi sarà tempo degli altri due quarti dall’altra parte del tabellone: Hanfmann affronta il favorito Medvedev, ormai certezza, mentre in serata il greco Tsitsipas, che ha eliminato Musetti, se la vedrà col croato Coric. Nel weekend le semifinali.
