La notte di Siviglia ha fatto male, eccome. A tutto l’ambiente bianconero. Non era Champions, certo. Ma era la prospettiva per riportar a casa un titolo europeo, che stamani sembra ancora inevitabilmente una delusione straziante. Dopo un primo tempo regnante equilibrio, nonostante il gol di Vlahovic nella ripresa, gli ex “italiani” Suso e Lamela hanno rispettivamente prima raggiunto poi superato la Vecchia Signora, rispedendola ancora una volta al mittente. Gli andalusi sono istituzione del giovedì, come noto, non muoiono mai. Ma non può bastare. Un Siviglia dominante: non solo tecnicamente, ma anche sulle seconde palle, le basi. E allora nemmeno quello e Allegri torna sotto accusa, quantomeno quella del popolo bianconero. La notte di Siviglia, quella del Sanchez Pizjuan, deve aver lasciato strascichi, eccome.
Ed il buon Max dunque dovrà affrontare ancora una volta i suoi dissennatori. Due anni senza titoli sono tanti. Specialmente con quella pressione che vanti sulle spalle se sei tecnico bianconero. Fuori dalla Coppa Italia, adesso pur fuori dall’Europa League. Con quell’ombra di Antonio Conte sempre svolazzante dietro l’angolo. Il futuro è tutto da decifrare. Regna incertezza. Anche con possibili, a questo punto, contro-penalizzazioni. Adesso c’è comunque un campionato da chiudere bene. Fare il proprio. Rientrare, classifica alla mano, almeno fra i primi 4 posti. Poi si vedrà. Sarà presto giugno, mese determinante in casa bianconera.
