Juve, sarà rivoluzione: Rabiot, Di Maria e Paredes al passo d’addio
Sport
1 Giugno 2023
Juve, sarà rivoluzione: Rabiot, Di Maria e Paredes al passo d’addio

La fine di un’era. Quella di Andrea Agnelli, quella di un club che ha dominato il nostro calcio per un decennio sfiorando due volte la coppa dei campioni, finita malissimo, tra penalizzazioni e tribunali. Uefa permettendo, la Juve ripartirà da Europa League o Conference, tutt’altro che livelli che rispecchiano ambizione e storico status bianconero. Sta cambiando completamente volto la nuova dirigenza: in attesa di un nuovo direttore sportivo che potrebbe esser Giuntoli, si stanno formando nuovi quadri e delineando i primi obiettivi. Sarà rivoluzione. E non si sa se tal rivoluzione assorbirà pure chi in tutti questi mesi ha assunto ruolo di primordine, quantomeno a livello mediatiche, spalle larghe e parafulmine: Massimiliano Allegri. Perchè i risultati del biennio del suo ritorno senz’altro non sono stati all’altezza di quello che il popolo juventino sognava o desiderava. Sicuramente andranno via in molti. Bonucci resterà un altro anno, poi con ogni probabilità smetterà l’anno successivo, ma vorrà far parte della nuova era per trasmettere juventinità al nuovo gruppo che si formerà. In tanti però, ribadiamo, lasceranno. Sicuramente Rabiot, che per tanti anni ha rappresentato il fallimento delle strategie di mercato delle ultime stagioni, prima di crescere esponenzialmente soltanto nel corso del suo ultimo anno, quello appena concluso. Ambisce alla Premier, super stallo a livello contrattuale. Non è mai scattata la scintilla nemmeno con Leadro Paredes, pervenuto da Parigi estate scorsa per diventar perno assoluto del centrocampo di Allegri. Non è stato così, tra infortuni e difficoltà. Un amore mai sbocciato. Il contratto di prestito registrava l’obbligo di riscatto soltanto in caso di qualificazione Champions. Per ovvi motivi non sarà così: tornerà in Francia, soltanto di passaggio, per cercare col suo procuratore una nuova sistemazione per gli ultimi anni della sua carriera. Anche a livello comportamentale o caratteriale, la scintilla tra Rabiot e Paredes e il popolo bianconero non è mai scattato. E se dopo una stagione da incubo, tra infermeria e serie di infortuni uno dopo l’altro, Pogba non ha praticamente mai visto il campo, complice ingaggio pesante e formazione di una Juve più giovane probabilmente qualche discorso o minimo interrogativo la nuova dirigenza sarà evidentemente chiamata anche a farlo sul suo conto. Sembrano invece non sussister più dubbi sul fronte Di Maria: l’amore con l’argentino non è mai sbocciato, nemmeno dei mesi più fertili della sua avventura in bianconero. Infortuni e classe mostrata forse ad intermittenza. I fischi dello Stadium all’ultima ne sono dimostrazione. La Juve deve ricostruire: mantenere come gioiello assoluto un ragazzo anagraficamente sul viale del tramonto della sua carriera (campionissimo, ma pur sempre grande) potrebbe non esser la mossa giusta. Col cambio di dirigenza ogni trattativa del rinnovo s’è arrestata: al momento non sussistono margini, siamo ai saluti, pure El Fideo ad Udine potrebbe lasciare la Serie A. Rientreranno in tanti a giugno tra l’altro, vecchie conoscenze bianconere, come Mckennie: Leeds retrocesso, niente riscatto. E occhio, mai dire mai, a Dejan Kulusevski. Nonostante la giovane età, essendo probabilmente l’elemento a livello di cartellino più apprezzabile all’estero, occhio all’ultima posizione in bilico, quella di Dusan Vlahovic. Tra infortuni, nervosismo e pochi palloni quest’anno non ha replicato le premesse di Firenze, ma resta per straordinarie potenzialità uno degli attaccanti più forti della nostra Serie A. Per questo sirene estere. Se dovesse arrivare un’offerta pari a quanto un anno e mezzo fa la Juve decise di sborsare direzione Firenze, la nuova società potrebbe aprire le porte eccome ad investitori esteri sul centravanti serbo. In ogni modo sarà un’estate di grandi cambiamenti in casa bianconera, arriveranno nuovi volti, saranno porte scorrevoli eccome alla Continassa. Sarà una Juve più giovane, chiamata a ripartire, a ricostruire. Chiamata, soprattutto, a cercar di ritrovare il proprio orgoglio. E riconquistare una tifoseria.