Aspettato da José Mourinho nel parcheggio interno della Puskas Arena, criticato mediaticamente dal direttore sportivo Pinto che ha parlato di una direzione di gara non equilibrata il giorno dopo. L’arbitro della finale d’Europa League, Taylor, di certo non s’è fatto troppi amici a Roma. Il mondo giallorosso contesta lui diversi episodi che, secondo il popolo romanista, avrebbero potuto cambiare le sorti della finale. Ma questo è il Football, fa parte di questo gioco.
Quel che non può succedere e che, con una sua minoranza piuttosto accesa, macchia il comportamento di una tifoseria straordinaria come quella giallorossa ed un cammino di trasferte europee assolutamente meraviglioso nonostante l’amarissimo epilogo finale, è quel che è successo ieri all’aeroporto di Budapest. Tensione e momenti concitati. Il direttore di gara, Taylor, accompagnato dalla famiglia, è stato riconosciuto da un centinaio di tifosi romanisti, che hanno iniziato ad insultarlo, inveendo contro la propria condotta arbitrale del giorno prima.
Fin qui ok. Il problema sono quei 30 secondi di panico finale. Deve intervenire la polizia a scortar l’arbitro Taylor. Qualcuno più acceso passa dagli insulti al contatto fisico: fermato dalla polizia. Vola addirittura una sedia: riconosciuto il responsabile, ovviamente rimasto in Ungheria con la polizia. E questo non può andar bene: inaccettabile. Taylor è stato immediatamente trasferito in un’area protetta subito dopo l’episodio, poi scortato fino all’imbarco, decollo e finalmente rientro oltremanica.

