Fiorentina, sogni infranti: trionfo West Ham in Conference
Sport
8 Giugno 2023
Fiorentina, sogni infranti: trionfo West Ham in Conference

Dopo la finale persa dalla Roma a Budapest, nemmeno una settimana dopo e altra grossa, amara e dolorosa delusione per tutto il calcio italiano e lo stesso movimento del Bel Paese a macchiare sogni azzurri in Europa. Dopo un Siviglia campione in Europa League, il West Ham batte la Fiorentina e vince la Conference League. Dolore per tutto il movimento non soltanto sportivo, ma soprattutto calcistico italiano. A questi livello gli episodi, le letture, concentrazione ed esperienza fanno la differenza. Quello che a tutti gli effetti paga la Fiorentina, sconfitta a questi livelli. Sono costate tantissimo ingeuità e soprattutto, quel tipo di calcio che ti richiede, secondo Italiano, necessariamente di tenere la linea difensiva così alta. A questi livelli la paghi, eccome. E finisce malissimo una stagione straordinaria quella della Fiorentina, che dopo il settimo posto della passata stagione ha saputo imporsi e illuminare l’Europa. Ma dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia, arriva altresì pur quella in finale di Conference League. Gara tosta, bella, intensa. C’è emozione. C’è vibrazione nell’aria. La notte dei più grandi, quella che Firenze ha sempre sognato. Ma la stessa Fiorentina, iconografia riscontrata dal popolo viola, molto più degli ultimi anni, non ha paura. Per niente. E allora gioca e tesse la viola, senza paura. Primo tempo, quantomeno in termini di possesso palla, dominato dalla Fiorentina. Ed il popolo gongola. Con paura, ma congola. Il West Ham, nonostante essenza Premier, proprio come vuole il suo tecnico storicamente più che conservatore ovvero David Moyees, difende eccome. Finale tesissima ma primo tempo che si chiude a reti inviolate. Proprio il tranello sognato dal tecnico scozzese, l’avversario, dieci anni fa scelto, senza particolare successo, da Sir Alex Ferguson per guidare il Manchester United. E proprio il buon Moyes colpisce ad inizio ripresa: segna e trafigge Benrahma dal dischetto, per quello che sembra l’inizio di un incubo per tutto il popolo fiorentino. Ma questa viola non può mollare, proprio no, nel suo lessico, straordinariamente redatto da qualcuno che di gavetta se n’è fatta tantissima per arrivare a questi livelli. E allora attaccando arriva il minimo che spettava alla Fiorentina: pareggia Bonaventura dall’alto della sua esperienza, l’uomo dei gol pesanti, carriera di massimo prestigio, non potrebbe essere altrimenti. Ma la Fiorentina continua, con coraggio e spavalda, ad esprimere il suo football. Non può sempre premiare. Specialmente quando in gare del genere equilibri e scenari del genere possono fare la differenza. E allora fisicità West Ham: la viola rischia. Non sussiste percezione del pericolo, quello che rappresenterà un errore da maturità blu per tutto il popolo fiorentino. Italiano gradirebbe i supplementari a quel punto, senza ombra di dubbio. E si capisce dagli ultimi instanti: proprio al tramonto della ripresa un filtrante pesca uno degli elementi più pericolosi dei martelli, Jarrow Bowen, che in verticale attacca lo spazio, aspetto su cui malgrado non conquisti le copertine dei giornali più prestigiosi resta uno dei più forti in Premier, e trafigge inesorabilmente Terracciano, per il vantaggio decisivo e determinante che taglia le gambe e non solo spegne i sogni del gruppo fiorentino, piuttosto di una città intera. Quando fai e vuoi esprimere questo tipo di calcio, devi prenderti le responsabilità di ciò che rischi. Ed è sempre giornalisticamente complicato trattare e argomentare questo tipo di aspetti tecnici, proprio perchè questo tipo d’aggressione al prossimo, in ogni lido d’Europa di Conference League, ti ha proprio portato a giocarsi questo tipo di finali. Vincenzo Italiano è questo, prendere o lasciare. Linea difensiva aggressiva e ambiziosa, a tratti persino zemaniana, prendere o lasciare. Questo è quanto. E allora ultimi minuti. E allora ultimi assalti. Gli ultissimi. Ma senza niente da fare. Il West Ham fa ampiamente valere la sua conservativa fisictà, tremendamente Premier. Al minuto 98 le speranze tramontano definitivamente: il West Ham vince la seconda edizione della Conference League, lo staff dei Claret and Blue invade il rettangolo, s’abbracciano tutti, Hammers che si portano a Londra una coppa che riscatta palesemente una stagione che, a dispetto degli ultimi fertili anni, ha rappresentato sofferenza tremenda per un West Ham che, stavolta, s’è sì salvato solo all’ultimo ma chiude con un trofeo che permette di respirare alla loro bacheca. Dopo la Coppa delle Coppe di tanti anni fa, così come la stessa piccola Intertoto, il West Ham torna a vincere una competizione internazionale. Fa male, fa malissimo. Giocando un calcio da anni 60/70 il West Ham si porta a casa il suo trofeo, porta comunque a casa, in maniera tremendamente cinica per la viola e per il nostro calcio, un risultato estremamente cinico. E fa male. Fa male per tutto l’ambiente. Fa male per tutto il movimento del calcio italiano in Europa. Fa male per la Fiorentina che nonostante la grande stagione perde due finali su due e sarà costretta tutt’altro a ripartire dall’Europa League, bensì senza minima coppa europea. Fa male per il cuore di una città, quella che ha fatto sognare mezzo Bel Paese, cercando di replicare l’impresa di una Roma che, lo scorso anno, chiaramente vantava mezzi tecnici e fisici nettamente superiori. Adesso tempo di asciugare le lacrime. Perchè fa malissimo. E sussisterà nelle prossime settimane tempo per parlare di futuro. Ora è solo tempo di ringraziare la viola. E nient’altro. Ora è tempo di digerire. Poi Vincenzo Italiano potrà pensare al suo futuro. Forse al Napoli, forse no. Adesso non è minimamente tempo di pensare a ciò che sarà, a ciò che succederà. Ora è semplicemente tempo di pensare al presente. E narrare gesta di un club tremendamente ambizioso ed orgoglioso che stavolta, nonostante quanto abbia reso fieri tutti, non ha portato al nostro movimento quello che il calcio italiano avrebbe meritato. Così come la Roma. Resta l’Inter, chiamata all’impresa nella serata più complicata, bensì quella più prestigiosa. Nemmeno 48 ore, poi sabato. Avremo tempo per riflettere e pensarci. Adesso solo tempo di consolare un’orgogliosa Fiorentina, iconografia del Bel Paese. Fa male. Peccato vero. Perchè quando perdi una finale dopo tutto il percorso realizzato rappresenta sempre e costantemente un peccato a cui resta complicatissimo rispondere e/o reagire. 33 anni dopo una finale europea, Fiorentina, è andata male. Ma questi viola, statene certi, hanno reso orgoglioso e fiero mezzo Bel Paese. Statene certi.