Si chiude con l’urlo di gioia scaligero il terrificante spareggio salvezza, ristabilito 20 anni dopo l’ultima volta, per restare in Serie A. Si salva il Verona, che sul neutro del Mapei batte 3-1 lo Spezia. La cura Zaffaroni centra il grande traguardo dopo una straordinaria resurrezione dopo il Mondiale in Qatar: rimonta incredibile, coronata dall’ultimo step necessario, battere i diretti concorrenti spezzini. Lacrime di gioia da una parte, lacrime d’amarezza dall’altra. Lo Spezia abbandona la massima categoria dopo 3 anni di permanenza e torna in cadetteria. A dispetto di una gara tesa e contratta alla vecchio stampo italiano che molti addetti ai lavori potessero immaginarsi, la partita scoppia subito: gran percussione di Faraoni dopo pochi minuti, poi pareggia Ampadu con una stoccata dalla parte opposta. Tifoserie da una porta all’altra, cardiopalma. Ma il Verona, entro la fine del primo tempo, trova addirittura la doppia di Ngonge, che incanala la strada ai gialloblu e fa tremare Spezia. Bianconeri che nella ripresa trovano rigore più espulsione, ma stavolta Nzola tradisce la curva Ferrovia. Montipò si esalta, l’Hellas regge l’inferiorità numerica pure negli ultimi 20 minuti e triplice fischio: sospirone veronese, dolore spezzino. Adesso l’Hellas, se non vorrà rischiare ancora, non potrà replicare gli errori di mercato dell’estate scorsa, quando in un colpo solo perse i suoi tre migliori calciatori: Barak, Caprari e Simeone. Per lo Spezia fa riflettere ancora una volta quanto e come cambiare in corsa tecnico sia pericoloso: sfiduciato Gotti troppo prematuramente, per Semplici ancora un’altra retrocessione. Resta così solo una la squadra ligure in massima serie il prossimo anno: soltanto il Genoa, il grifone, considerando la concomitante retrocessione dell’ultima della classe 2022/23, la sfortunata Sampdoria.


