Fine della telenovela. Finisce la storia tra Marcelo Brozovic e l’Internazionale di Milano, adesso pure ufficialmente. Nonostante schermaglie tra Al Nassr, prossimo club del croato, quello saudita di Cristiano e proprio la dirigenza nerazzurra, alla fine s’è fatto tutto. Una telenovela durata settimana che s’è letteralmente incendiata verso lo scorso fine settimana, quando il club saudita, dopo aver trovato l’accordo col calciatore, ha giocato al ribasso con l’Inter. Non più 22 milioni, alla fine 18 più bonus. Dopo ore di contatti e tensione, funziona la mediazione: accordo raggiunto. Un lunedì di firme, quelle di stamani, e tutto fatto: arrivato da poco anche l’annuncio ufficiale, a metà pomeriggio. E finisce male la storia tra Brozo e il mondo Inter, un Brozo che ha giocato da titolare e con la fascia di capitano al braccio l’ultima finale di Champions, quella d’Instanbul col City, ma senza rappresentar più quel calciatore insostituibile per club e allenatore. Calha al suo posto ha reso alla grande, Brozo voleva sentirsi determinante, così non è stato. L’Inter aveva bisogno di far cassa, 18 milioni e ingaggio pesante per un calciatore non più insostituibile di 30 anni hanno fatto sì che la società prendesse la decisione di accettare l’offerta araba e separare le strade del loro futuro. Così come il calciatore stesso, che sembrava sostanzialmente scettico inizialmente davanti questo tipo d’offerta. Calciatore che soltanto pochi giorni fa, quando tutti parlavano di quella che da presunta era invece una trattativa vera concreta ed effettiva, mostrava amore ai colori nerazzurri sui social. Poi evidentemente ha cambiato idea, accettando la corte di uno stipendio faraonico. Ha scelto il calcio arabo, che strappa un altro top player del calcio europeo, quantomeno dell’ultimo decennio. Dopo 8 anni si chiude dunque la parentesi tra Brozo e l’Inter. Perno della ricostruzione spallettiana, altresì perno dell’Inter scudettata di Antonio Conte. Lascia la Serie A, lascia il calcio europeo. Anche lui sposa il progetto saudito.
