A Civita Castellana, esattamente al terzo piano di una palazzina di proprietà dell’Ater di Viterbo ubicata in via Rio Purgatorio, si sta consumando, in una indifferenza imbarazzante, un dramma umano che ha dell’incredibile e che si può definire vergognoso.
Sul banco degli imputati le istituzioni che dovrebbero tutelare i diritti di un disabile e che invece prendono tempo, troppo tempo prima di agire per rendergli la vita dignitosa.
La vittima, perché solo così si può definire purtroppo, è A. M. C., 53 anni, affetto da emiparesi spastica con conseguenze di epilessia. Vive, insieme alla moglie e alla figlia, in un appartamento al terzo piano, ma stando su una sedia a rotelle e non potendo utilizzare il montacarichi presente all’interno dello stabile, è costretto, per poter uscire almeno una volta al giorno, ad utilizzare le scale. Più volte è caduto riportando anche dei traumi.
Una situazione di vera e propria segregazione che va risolta al più presto.
La sorella Daniela è davvero stanca di questa situazione disumana che è costretto a subire da anni l’amato fratello. Daniela è pronta a dare battaglia.
“Ormai siamo giunti al limite. La pazienza è finita- spiega con grande amarezza e con profonda rabbia la signora Daniela – Mio fratello è caduto in una grande depressione e le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno. La rampa delle scale è pericolosa per lui. Mio fratello non si arrende per dignità, affronta il pericolo e scende per uscire fuori dal palazzo dalle 9 alle 11 della mattina. Poi torna in casa e lì è costretto a rimanere fino al giorno dopo.
Sono molto preoccupata. Alcuni mesi fa, dopo lunghe discussioni e interventi anche di tipo legale grazie all’avvocato Paola Goglia, la nostra richiesta di realizzazione di un ascensore all’interno del palazzo era stata accolta dall’Ater.
Il progetto è stato anche finanziato. Purtroppo, nonostante i miei continui solleciti, nulla è stato ancora fatto. Si brancola nel buio. Tutto è stranamente caduto nel dimenticatoio.
Questa situazione di stallo e di indifferenza è insopportabile. Sono pronta a rivolgermi alla magistratura, ma anche a rendere nota questa vicenda scandalosa alle televisioni nazionali, a trasmissioni come Striscia la notizia o Le Iene. Mio fratello, anche se disabile, è un essere umano come gli altri e ha il diritto di vivere una vita serena e decorosa. L’ascensore deve essere realizzato al più presto. Il tempo dell’attesa è finito”.


