Dopo Covid, astinenza, uno stroardinario Scudetto con Conte e l’era Inzaghi fino alla finale di Champions League, il pubblico interista è tornato a popolare in massa San Siro. Un Meazza sempre pieno, non solo quando gioca il Milan, bensì pure quando a scendere in campo sono i nerazzurri. Per questo, così come soprattutto per lo sviluppo di un club moderno come da anni insegnano le grandi società ed i grandi club del calcio estero, aver introiti tutti per sé con stadio di proprietà diventa fondamentale. Costruire magari un’area annessa tutta nerazzurra oltre al nuovo impianto, dotato altresì magari di museo e aree dedicate al tifoso anche quando l’Inter non gioca, diventa straordinariamente fondamentale. Al tempo stesso la candidatura di uno stadio di proprietà congiunto con i cugini rossoneri, magari sempre zona San Siro, quel che avrebbe desiderato il presidente milanista Scaroni, sembra un’idea che sta perdendo sempre più piede col passare dei mesi e delle settimane, viste le logistiche difficoltà. Così l’Inter, quantomeno sul fronte stadio, ha deciso di mettersi in proprio e accelerare. La forte volontà di Zhang è questa. Così nel pomeriggio del mercoledì che ci proietta il calcio dei club al loro ritorno in campo a metà settembre a conclusa sosta per le nazionali ha narrato una veste di dirigenti e funzionari nerazzurri tra cui Alessandro Antonello andar oggi a far visita ai sindaci di Rozzano e Assago, come noto comuni della Milano sudovest, dove l’Inter avrebbe individuato l’area di progetto per costruire il suo nuovo stadio. I dirigenti avrebbero presentato ai sindaci nel dettaglio tutte le caratteristiche del nuovo impianto, che proprio grazie alla folta presenza al seguito nerazzurro, presenterà 70.000 spettatori, più di quanto inizialmente meditato. L’operazione entra nel vivo. Adesso siamo ancora a fase di progetto presentato, ma oggi è partita la prima grande offensiva. Determinata. E determinante. L’Inter sogna la sua nuova casa.


