Bonucci, l’intervista contro Allegri e nuova Juve: “Mi hanno umiliato”
Sport
14 Settembre 2023
Bonucci, l’intervista contro Allegri e nuova Juve: “Mi hanno umiliato”

Un’intervista fiume. L’esclusiva di SportMediaset con Leonardo Bonucci. L’ex capitano della Juve racconta gli ultimi travagliati mesi in maglia bianconera. La scelta d’esser stato accantonato, la scelta di far causa alla nuova dirigenza, l’attacco più o meno diretto a Massimiliano Allegri. I suoi obiettivi, quanto ancora vuol continuare a giocare, il grande obiettivo e sogno chiamato Euro 2024. Lui è già in Germania, con l’Union, a Berlino. Ha lasciato Torino e famiglia per continuare a giocare con grande professionismo. Ma si racconta, due settimane dopo dalla tormentatissima fine della storia d’amore con la Juventus. “Decisione sofferta. Una decisione che parte da lontano. Dovuta anche al fatto che ho letto e sentito così come sono state dette cose non vere. Vorrei partire da una data chiacchierata e menzionata dalla società Juventus e dal suo allenatore che sosteneva come e quanto fossi messo a conoscenza della decisione del mio addio a fine anno dallo scorso anno. Non c’è cosa meno vera, perché proprio alla fine d’ottobre sono stato rinnovato. Abbiamo deciso insieme di continuare per altri due anni perché penso che proprio in quel momento la Juventus avesse capito l’importanza di aver il sottoscritto all’interno dello spogliatoio. Poi ho sentito un’altra storia a seguito di un’intervista dell’allenatore che mi avrebbe messo a conoscenza a febbraio del 2023 del fatto che non avrei fatto più parte della Juventus: non ho mai avuto alcun colloquio con società o allenatore, tantomeno proprio col tecnico, che invece mi convocò a fine marzo prima della gara col Friburgo e soltanto in quell’occasione mi suggerì, vista la mia futura volontà di fare l’allenatore, di smettere con un anno di anticipo, ovvero giugno 2023. Con la società invece parlai solo a maggio del 2023 e mi comunicarono che avrei dovuto far chioccia e sesta scelta, ruolo che per me andava bene. Durante l’estate è invece cambiato tutto. Il 13 luglio, in procinto del ritiro, sono venuti da me i nuovi direttori Giuntoli e Manna per comunicarmi che non avrei fatto parte della rosa della Juventus: dopo oltre 500 presenze in maglia bianconera, mi sono sentito umiliato. Ho deciso di far causa alla nuova Juventus, che non riconosco più con la mia, per questione di principio: tutti i calciatori hanno il diritto, indipendentemente dalle scelte di tecniche, di potersi allenare e preparare la nuova stagione col resto dei compagni di squadra. Come dice AIC, mi batto anche per loro. Qualora dovessi vincere la causa, qualsiasi introito sarà devoluto in beneficenza. Adesso non riesco a pensare ai bei momenti vissuti in maglia juventina, nonostante la vicinanza dei tifosi che ringrazierò sempre. Penso a come è finita per due volte, e per due volte sono andato via per scelte che mi sono state imposte, dallo stesso allenatore. La nazionale? Spalletti mi ha chiamato per dirmi che non sarei stato convocato, un gesto che sottolinea lo spessore umano dell’allenatore. Il mio obiettivo è Euro 2024. Mi sento bene, come non mai negli ultimi anni: all’Union ho ritrovato entusiasmo. Il ritiro non mi fa paura, ma sento ancora quel fuoco dentro per continuare a giocare”. 

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