Non è stata l’infrasettimanale migliore per la prima in Champions delle quattro italiane impegnate nell’edizione 23/24. Alla fine, nonostante l’emozione infinità e pura lazialità col pari di Provedel in zona Cesarini all’Olimpico tra Lazio e Atletico, vince solo il Napoli. E come spiegato lo fa soffrendo, aiutato da dea bendata e quel pizzico di esperienza e scaltrezza che l’hanno resa scorso anno regina d’Italia. Il Milan reagisce ma chiude soltanto a reti inviolate col Newcastle, a deludere molto stavolta è invece la capolista che al nuovo debutto in Champions arrivava alla grande: non solo da vice campione d’Europa, ma soprattutto da prima della classe in Italia a punteggio pieno forte dei dodici punti su dodici e derby stravinto. L’Inter soffre disperata al San Sebastian: finisce 1-1 con la Real Sociedad, Laurato rispolvera forma europea e conquista un determinante punto finale. Stavolta Inter sorprendentemente imprecisa, distratta, a tratti persino sconclusionata. Errori in palleggio, gravosi in uscita: avanti la Real Sociedad dopo pochi minuti. I nerazzurri hanno merito e fortuna, nonostante legni avversari, di restare in partita. Clima incandescente e partita sicuramente complicatissima, almeno sulla carta. Ma quest’Inter, quella smagliante di inizio stagione, avrebbe potuto far di più. Può succedere ed è naturale, alla fine quel che più conta è che su un tiro fortuito di Frattesi ci pensa Lautaro in diagonale a spaccare la porta avversaria: gol pesantissimo ed esultanza emblematica, giusto prendersi il punto. Tra l’altro gol tremendamente storico: il capitano argentino timbra il 200simo di sempre dell’Inter in coppa dei campioni. “Abbiamo affrontato un avversario di assoluto valore – spiegherà Inzaghi nel post gara ai microfoni di Sky – venivamo un pochino stanchi, da settimane di nazionali e derby vinto, che sappiamo quante energie possano portarti via. Quest’anno più attenzione al campionato? Assolutamente no, siamo l’Inter e abbiamo il dovere di dare il massimo in ogni competizione”. Nell’altra gara di un girone partito e decollato in maniera assolutamente sorprendente, c’è da registrare il clamoroso successo esterno del Salisburgo a Lisbona col Benfica, casa Di Maria, che porta gli austriaci in testa al girone da soli a quota tre lunghezze. Tutto equilibrato, ma quella che doveva esser la matricola, dopo soli 90 minuti, recita sorprendentemente ruolo di primordine. Servirà immediatamente rimettere le cose a posto fra due settimane a San Siro.

