La Juve vince la prima gara del turno infrasettimanale, sesta giornata di campionato, di quel capitolo chiamato Serie A 23/24. Tre punti pesantissimi che permettono ad Allegri di riscattare Reggio Emilia e tornare a pochi punti dalla vetta, perché l’obiettivo minimo, come più volte palesato in casa bianconera soprattutto per motivi economici e finanze UEFA, è quellod di tornare in Champions League. Primo tempo particolarmente equilibrato. E questo non può che essere che un aspetto che trovi meravigliosamente orgoglio sì, all’interno della parte più calda e non dei tifosi salentini, ma che soprattutto lascia tremendamente insoddisfatti i tifosi bianconeri. Non si parla di fischi al terzo anno di progetto Allegri 2.0, ma chiaramente qualche brusio resta palesmente presente. Ci si aspettava post Sassuolo un’aggessione diametralmente differente, così non è stato, ma questo non è certamente un articolo per criticare uno dei più grandi tecnici degli ultimi 10/15 anni di massima serie, come Max Allegri. Il Lecce ci prova, spavaldo, forte dei suoi 11 punti su 15 in classifica. La Juve digerisce, che fa comunque notizia, contro avversari di rango oggettivamente e mediaticamente inferiore, come il Lecce, pur sempre tra le rivelazioni di questa massima serie. Ma ad inizio ripresa cambia tutto, non potrebbe esser altrimenti: la Juve la mette non troppo sulla necessità dei tre punti chiara destinazione naturale del pensiero bianconero e soprattuto allegriano, bensì soprattutto sull’esperienza, la fisicità, le palle inattive. Ed è così che, sugli sviluppi di una seconda palla, la Juve partito Milinkovic in A la butta tremendamente sulle sponde: così su cross in mezzo arriva la torre d’oro, tanto per cambiare targata Rabiot, sul secondo spicca Milik che, nonostante la paura del fuorigioco, chiaramente non può sbagliare e porta la sua Juve in vantaggio. Il secondo tempo diventa quindi tremendamente di marca bianconera, perché senza particolari opportunità Allegri si limita, come da sua eterna tradizione apprezzabile o meno a questa parte, a gestiore il risultato. E così è: l’espulsione in pieno recupero di Kaba semplifica soltanto il suo compito. Max che nervoso lascia il campo prematuratamente ma con quel concetto che a casa sua conta di pi§: i tre punti. Splendido il finale pure dei salentini, che vanno strameritatamente a raccogliere l’applauso del settore ospiti, sempre gremito, caloroso, caliente.


