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    Cronaca
    27 Settembre 2023
    Rifugiati, atterati a Fiumicino 48 siriani

    Per domani è previsto l’arrivo al “Leonardo da Vinci” di altri 48 profughi 

     

    FIUMICINO (RM) – Ieri mattina sono atterrati a Fiumicino, con un volo proveniente da Beirut, 48 rifugiati siriani, di cui diciotto minori, che hanno vissuto a lungo nei campi profughi nel nord del Libano. A questo primo gruppo si aggiungeranno, domani, altri 48 rifugiati, di cui 21 minori, sempre cittadini siriani, per un numero complessivo di 96 persone. Il loro ingresso in Italia è reso possibile grazie ai Corridoi Umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Tavola valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese, dal Libano, oltre 2650 persone. I nuclei familiari giunti questa mattina saranno accolti in ben 11 regioni italiane (Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto), in parte grazie ai loro parenti, giunti in precedenza coi corridoi umanitari e ben integrati nel nostro Paese, in parte in case messe a disposizione da famiglie italiane e associazioni. Tra le persone accolte in questi giorni, oltre a diverse persone fragili bisognose di cure, vi sono alcuni operai specializzati con la prospettiva di future assunzioni in aziende italiane. «Mentre milioni di persone che fuggono da guerre, fame, discriminazione e cambiamenti climatici per cercare un futuro, rischiano di cadere vittime di commerci illegali e trafficanti di esseri umani, l’Italia mostra il suo volto accogliente», commenta Marco Impagliazzo, presidente della comunità di Sant’Egidio.«Con questo arrivo legale, oggi per tante famiglie comincia una nuova vita, al sicuro nel nostro Paese, grazie ai corridoi umanitari, frutto della virtuosa sinergia tra istituzioni e società civile che rivela quanto sia possibile salvare vite umane e gestire in modo diffuso sul territorio nazionale l’accoglienza e l’integrazione. Una best practice riconosciuta a livello internazionale che può divenire un modello per tutta l’Unione Europea: se moltiplicati alla giusta dimensione, i corridoi umanitari possono contribuire ad affrontare, con la dovuta umanità, il fenomeno epocale delle migrazioni».