Sonnino – Confisca di beni e societá da 50 milioni di euro a ex assessore
Cronaca
27 Settembre 2023
Sonnino – Confisca di beni e societá da 50 milioni di euro a ex assessore

SONNINO – Confiscati terreni, fabbricati, veicoli, nonchè assetti societari e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 50 milioni di euro, tutti riconducibili a un affermato imprenditore, nonchè ex consigliere e assessore del Comune di Sonnino, in provincia di Latina. Questa mattina la polizia di Stato, attraverso investigatori del Servizio centrale anticrimine e della divisione anticrimine della Questura di Latina, ha eseguito un provvedimento di confisca emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta formulata dal procuratore di quel distretto insieme al questore della provincia di Latina. Il provvedimento, che segue quello di sequestro eseguito nel febbraio del 2022, riguarda beni assetti societari e rapporti finanziari riconducibili direttamente o per il tramite di una folta schiera di prestanome a un affermato imprenditore pontino, in passato consigliere comunale ed assessore del Comune di Sonnino, nonchè presidente della Confartigianato di Latina.

L’uomo era stato arrestato nel 2020nell’ambito dell’operazione “Dirty glass”, condotta dalla polizia di Stato con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Roma, in quanto ritenuto responsabile, in concorso con altri, di diversi reati: calunnia, sostituzione di persona, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, sostituzione di persona, omessa dichiarazione ai fini delle imposte, corruzione, autoriciclaggio, ricettazione, sequestro di persona, detenzione abusiva e porto di arma comune da sparo, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento personale, truffa aggravata, turbata libertá degli incanti e estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’inchiesta ha consentito di scoprire un vero e proprio “sistema”, ossia una fitta rete di relazioni incentrata sulla figura dell’uomo nella quale sono confluiti gli interessi sia della malavita pontina e campana sia dei rappresentanti delle pubbliche istituzioni infedeli. Un “sistema” caratterizzato da una spiccata pervasivitá in diversi ambiti della societá, nei vari settori economici, sportivi e delle istituzioni pubbliche e private, che ha permesso all’imprenditore di accumulare un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare.

Per la gestione di tali interessi,l’imprenditore si è avvalso di un nutrito gruppo di societá, alcune sedenti nel Regno Unito e in Moldavia, intestate a prestanome, per il cui tramite sono state realizzate diverse attivitá illecite dalla chiara impronta lucro – genetica, quali il traffico di mezzi d’opera di provenienza furtiva, l’evasione delle imposte sul reddito e dell’iva (tramite fatturazioni per operazioni inesistenti tra societá infragruppo), il riciclaggio di denaro proveniente dalla criminalitá organizzata campana, la sottrazione dei beni dalla massa del fallimento di societá infragruppo (condotte in tale stato dopo averle spogliate dei beni medesimi cedendoli ad altre societá del gruppo con pagamento del prezzo mediante compensazione di falsi crediti generati tramite fatturazione per operazioni inesistenti, oppure sottraendo dalle casse delle cedenti prossime al fallimento le somme del prezzo appena incassato mediante pagamenti di false fatture a favore di altre societá infragruppo). Sempre in tale contesto di procedure fallimentari, venivano frodati i creditori anche tramite l’aggiudicazione dei beni fallimentari a prezzi sensibilmente ribassati a seguito della turbativa preventivamente posta in essere dal proposto e suoi complici al fine di allontanare gli altri offerenti.

L’ex assessore del Comune di Sonninoha dimostrato un’elevata capacitá di infiltrarsi in imprese in difficoltá con la falsa prospettiva di poterle risollevare (mediante iniezione di nuova linfa finanziaria), nascondendo l’intenzione di estrometterne dalla gestione i legittimi titolari per spogliarle dei beni e quote di mercato. Ciò, ad esempio, è avvenuto con una storica societá pontina, diventata tra i leader nazionali nell’ambito della produzione e commercializzazione di contenitori in vetro per il settore alimentare, nella quale l’imprenditore si era insinuato nella gestione di fatto, con tutto il suo staff di professionisti, con la “promessa” di risollevarla dalla crisi di liquiditá che stava attraversando da alcuni anni, ma che in realtá è stata spogliata dei beni, dopo averne estromesso dalla gestione i proprietari. Le recenti investigazioni, oltre a documentare la pericolositá sociale dell’uomo, i cui trascorsi criminali abbracciano quasi un trentennio, hanno permesso di far luce sull’impero societario economico e finanziario realizzato, nel tempo, dall’imprenditore attraverso una spregiudicata abilitá di infiltrare risorse illecite in canali istituzionali, con una pluralitá di operazioni societarie tali da impedire la diretta riconducibilitá delle stesse strutture alla sua persona. Il tutto a fronte di una complessiva situazione reddituale “dichiarata” di natura modesta o addirittura inadeguata, in alcuni casi, anche al semplice soddisfacimento delle primarie esigenze quotidiane personali e del suo nucleo familiare.

Con l’odierno provvedimento, ilTribunale delle misure di prevenzione di Roma, accogliendo la proposta formulata congiuntamente dal procuratore di quel distretto e dal questore di Latina, ha disposto, oltre all’applicazione a carico del proposto della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 3 anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, la confisca di 1 impresa individuale, 1 fondazione, della totalitá delle quote e dell’intero patrimonio aziendale di 37 compagini societarie, di cui 4 ubicate nel Regno Unito e 2 in Moldavia, di 119 fabbricati e 58 terreni , 57 veicoli, e 72 rapporti finanziari, per un valore complessivamente stimato di circa 50 milioni di euro.